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Troïka: (voce russa che vuol dire tre). Non è nome di carrozza speciale russa, ma vuole semplicemente indicare tiro a tre (cavalli), come quivi è costume.

Trolley: voce ingl., universalmente accolta (to troll = andar qua e là), per indicare la rotella che comunemente fissa ad un’asta al sommo dei carrozzoni elettrici, striscia sui fili aerei, conduttori della corrente. In Milano il popolo usa ancora (forza conservativa dei dialetti!) la voce perteghetta = lancia, pennoncello.

Tromba faloppiana: ovvero ovidutto o più comunemente salpinge (gr. tromba), canale per cui esce l’uovo nell’utero. Dal Falloppio, celebre anatomico nostro.

Trombato: neol. nostro molto volgare e dicesi dei candidati politici che non riescono ad essere eletti, i quali cioè a guisa di note mal suonate, non escono fuori, ma si rimangono nella tromba; questa almeno mi sembra la più probabile spiegazione. Evvi anche il superlativo trombatissimo. Dicesi anche rimaner nella tromba.

Trombone: voce dialettale veneta, vale vanaglorioso, millantatore o con voce non buona ma usatissima, fanfarone.

Trombone: arma da fuoco, corta, con canna di ferro o di bronzo, nella metà superiore foggiata a campana o a tromba, onde il nome. Serviva per difesa a tiro corto nelle fortezze (spazzacampagna). Era l’arme delle bande carliste nella Spagna e dei briganti nel Reame di Napoli: caricavasi a veccioni o dadi. Oggi arma da museo.

Trombòsi: ([testo greco] = grumo, coagulo, e il suffisso osi) term. med., indica la formazione di un grumo nell’interno di un vaso sanguigno, in essere vivente.

Trompe-l’oell: fr., inganna occhio; nome dato a certe prospettive finte di sfondo, o a quadri che imitano coso di natura morta.

Troppa grazia, Sant’Antonio!: fra i santi dispensatori di grazie, uno dei più generosi è S. Antonio da Padova, onde si dice familiarmente troppa grazia, etc., sia quando il beneficio col suo eccesso nuoce, sia quando non è richiesto, sia quando è sospetto: sempre in senso lepido.

Troppo e il vano (il): locuz. dantesca di stupenda precisione (Par. VI), usata per indicare ciò che eccedendo o adornando in eccesso, offende il vero ed il buono, e perciò deve essere tolto.

Trotter, e Trotting: part. ingl. trottando, il trotto. Questo nome è dato all’ippodromo, o campo per le corse al trotto, e si è fatto anche l’agg. trottistico, buono da fare il paio con podistico.

Trottin: jeune fille qui fait les réassortiments dans les maisons de mode, couture. C’est le gavroche femelle des atelier des modistes. Voce del gergo francese. La piscinina milanese è termine dialettale corrispondente. Non so quanto a grazia, ma quanto al resto ed alla monelleria può stare alla pari. Vanta al suo attivo uno sciopero vittorioso.

Trottoir: fr., rialzamento ad arte lungo le vie per comodo de’ pedoni, affinchè non vi montino o passino i veicoli. V. Marciapiede. Femme de trottoir, nel gergo francese, prostituée qui racole, «che batte la frusta», in milanese.

Trou-d’homme: voce fr., usata da’ meccanici: bocca di accesso in una caldaia. Meno usata è la locuzione passo d’uomo.

Troupe: voce fr., non ignota in certo linguaggio per compagnia drammatica.

Troupier: termine familiare francese e vale soldato; ma dicesi spesso con un certo senso di spregio, come per indicare persona che non vede più in là del suo ufficio di soldato. È derivato da troupe. Cfr. Scarpone, voce corrispondente del nostro gergo della caserma.

Trousse: fr., astuccio.

Trovadorioo: agg. riferito all’arte de’ trovatori (trobadours = i nobili rimatori provenzali dell’evo medio).

Trovar pane per i suoi denti: dicesi quando alcun violento, audace, protervo, etc. s’imbatte in chi sa stargli a fronte.

Trovarsi in un letto di rose: frase usata negativamente; attenuazione ironica, vale trovarsi a disagio, in difficile alternativa o contrasto.

Trovata: cioè un ripiego con cui uno si toglie abilmonte e argutamente d’impiccio; improvvisato, trovato lì per lì. Voce frequente, specie nel linguaggio teatrale.