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farebbe molto onore: Avoir du toupet s’est dit parce que les Bravi italiens laissaient croîre un toupet qu’ils portaient sous leur chapeau, le ramenant sur leur visage, le coup fait, pour n’être point reconnus. E il Manzoni [P. S., Cap. III]: «il ciuffo era quasi una parte dell’armatura e un distintivo dei bravacci e degli scapestrati, i quali poi da ciò vennero chiamati ciuffi».
Tour de cou: voce francese della moda, collana.
Tour de force: letteralmente giro di forza, sforzo e dicesi o per celia o sul serio di azione compiuta con abilità e prestezza, fuori del consueto. E fra le locuzioni francesi più comuni presso di noi.
Touriste: V. Turista.
Tournée: è parola francese usitatissima anche da noi per indicare quel giro che gli attori in voga o i sonatori di grido o le compagnie drammatiche fanno all’estero o per varie città. Anche in questo caso la parola francese indica eccellenza. La Duse, il Mascagni faranno una tournée, non mai un giro. Di una compagnia di poveri guitti non si dirà una tournée.
Tournedos: voce della culinaria francese ed indica un piatto di filetti di bue; essa è tradotta in italiano con la consueta libertà con cui si rendono simili parole.
Tourniquet: fr., arganello, arnese fatto di una croce di legno, girevole, posta orizzontalmente su di un suggesto per far passar le persone una ad una: costruito con arte, serve a contare e far entrare la gente ad uno ad uno nei luoghi publici a pagamento: contatore. Tourniquets si dicono anche quelle strade a giravolta o a nastro o a zig-zag che servono a vincere le fortissime pendenze in montagna. Le parole italiane, usate o proposte, sono scalone a serpe, serpentina e anche tornichetto. Nell’Appennino tosco-romagnolo, girata (zireda).
Toussaint: la gente di molto raffinata mondanità invece del comune Ognisanti (la festa istituita sino dal 731 da papa Gregorio III in onore di tutti i santi) dice talora la Toussaint, alla francese.
Tous les genres sont bons, hors le genre ennuyeux: acuta e arguta sentenza del Voltaire a proposito di arte drammatica e di commedie, e che si ripete oggi per ogni forma dell’arte. Leggesi nella prefazione de L’Enfant prodigue, commedia.
Tout à l’egout: (tutto alla fogna), locuzione francese usata per indicare le fognature a circolazione continua: a sistema romano.
Tout-court: l’italiano ha senz’altro, alle corte, alle spicce, per farla corta, etc. Ma per molti è più sottomano e pare più efficace il modo francese.
Tout de même: locuzione comune, specialmente nelle terre subalpine, per indicare una muta od un abito tutto di una stoffa: non è, che io sappia, in francese. In fr. si dice habillement complet o neologicamente, complet. Altro caso di parole francesi coniate in Italia come notes, voltaire, vino brulè, etc. quasi che quelle veramente francesi non bastassero.
Tout de suite: fr. subito.
Tout ou rien: al tout de suite appaio quest’altro modo francese, o tutto o nulla. Ma no! detto in francese è più efficace: ecco un esempio: «Per conto mio sono un avversario irreconciliabile dell’opportunismo, ma non sono neppure un partigiano del Tout ou rien». Chi scrive così è un regio professore!
Toute la lyre: tutta la lira: titolo di una raccolta postuma di liriche di Vittore Hugo: locuzione accolta dal giornalismo francese per indicare tutto, con entusiasmo, in amplissimo senso e spesso ironicamente. Locuzione usata anche presso di noi.
Tout finit par des chansons: verso del Beaumarchais, (Mariage de Figaro). Cfr. il motto La France est un gouvernement absolu, tempéré par des chansons. (Chamfort, Caractères et anecdotes. Opere scelte).
Tout le monde: modo iperbolico, come è natura della lingua francese, invece di tutti.
Tout Paris: voce del gergo francese: la gente elegante, la gente nota o notevole, che non suole mancare nelle riunioni intellettuali o mondane.
Tout passe, tout casse, tout lasse: tutto passa, tutto si infrange, tutto viene a noia, motto francese di un certo consumo fra noi nella filosofia spicciola e