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in luogo di trovarla quell’aria di Paradiso ch’ero assuefatto di trovare a Nizza, ove tutto mi sorrideva, tutto mi sembrava tetro come un’atmosfera di cimitero; tra una folla di donne ch’io scorgeva in lontananza, in aria dimessa e mesta, mi sembrò di scorgere una barca — e quelle donne, quantunque movessero lentamente, avanzavano però alla mia volta. Io con un fatale presentimento feci uno sforzo per avvicinarmi al convoglio funebre, e non potei movermi, avevo una montagna sullo stomaco. La comitiva però giunse al lato del mio giaciglio, vi depose la bara e dileguossi. Sudante di fatica, avevo inutilmente cercato di sorreggermi sulle braccia. Ero sotto la terribile influenza d’un incubo — e quando principiai a muovermi, a sentire accanto a me la fredda salma d’un cadavere, ed a riconoscere il santo volto di mia Madre, io ero desto; ma l’impressione di una mano ghiacciata era rimasta sulla mia mano. Il cupo ruggito della tempesta ed i lamenti della povera Carmen spietatamente sbattuta contro terra, non poterono dileguare i terribili effetti del mio sogno. In quel giorno ed in quell’ora certamente io era rimasto privo della mia genitrice, dell’ottima delle madri». Rammentiamoci infatti che il 19 marzo 1852 la signora Rosa non era più. Garibaldi di Giuseppe Guerzoni, vol. I, pag. 398.
Telepatico: agg. di telepatia, V. questa parola.
Telodinamico: aggettivo usato in meccanica come attributo di corda, fune, la quale, accavalcandosi a carrucole, trasporta la forza impressa ad una di esse carrucole, a grande distanza: trasmissione telodinamica (da [testo greco] = termine, e [testo greco] = forza).
Telum (que) imbelle sine ictu: dardo imbelle senza forza (Vergilio, Eneide, II, 544) dicesi sdegnosamente con senso di spregio di colpo che non ferisce, o per viltà e debolezza del feritore o superiorità e forza di chi è preso di mira.
Tempesta in un bicchier d’acqua: dissidio, diatriba di breve durata, di niuna conseguenza, per causa futile.
Tempi borgiani: cioè da ricordare i misfatti della casa dei Borgia: frase disdegnosa di G. Garibaldi (1869, scandali della Regia, attentato Lobbia) che lo spirito italiano volge, come al solito, in senso di beffa.
Tempista: detto del musico che ben sa e tiene il tempo musicale.
Tempo va dintorno con le force (lo): famoso verso dantesco (Par. XVI, 9) spesso citato per significare l’opera distruggitrice del tempo (force = forbici).
Tempo sportivo: V. Sport.
Tenax propositi vir: uomo tenace di proposito: espressione Oraziana (Justum et tenacem propositi virum, Odi, III, 3) per indicare le virtù della volontà ad un sicuro fine prefisso.
Tender: parola inglese, entrata anche nel vocabolario francese: deriva dal verbo inglese to tend per attend = attendere, essere in servizio, servire: indica il carro che è unito alla macchina, ove è la provvista del carbone e dell’acqua. Provveditore, magazzino, serbatoio ed anche tendero, proposti dai grammatici, sono rimasti nel serbatoio. I ferrovieri dicono talvolta carro di scorta, e dicono bene, almeno a me pare.
Tenenza: ufficio grado del tenente: es. la tenenza dei carabinieri. Deve essere dal francese lieutenance.
Tenere: nel dialetto napoletano è anche più usuale del verbo avere, al quale si sostituisce, come nella lingua spagnuola. Dal dolor di capo o di denti alla febbre e a qualunque malanno; dalla stanchezza, noia, nausea, al vigore, al brio, al desiderio, alla speranza, agli anni dell’età e a qualunque oggetto di proprietà o di possesso, tutto si tiene. Brutto idiotismo.
Tenere: le locuzioni tengo a dichiarare per mi preme, voglio dire, etc. (ci tengo a dichiarare è altra cosa); sapere a che tenersi, per so che devo fare; tenersi tranquillo, per star tranquillo, sono riprese dai puristi perchè conformi a modi francesi. Ma non mi sembrano molto dell’uso.
Tener ancor del monte e del macigno: locuzione frequente, tolta dal verso dantesco (Inf. XV, 63) in cui il Poeta inveisce contro i fiorentini:
Ma quell’ingrato popolo maligno,
che discese di Fiesole ab antico,
e tiene ancor del monte e del macigno.