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Tan — 477 — Tas


Tanto nomini nullum par elogium: lat., a così gran nome nessuna lode è pari motto epigrafico enfatico, ma pur felice sì che acquistò valore di intercalare: è sculto sul monumento eretto al Macchiavelli in Santa Croce nel 1787: l’epigrafe è dovuta al Ferroni. Si ripete il motto antonomasticamente, talora per ironia.

Tanto tuonò che piovve: tanto si disse e si fece che si raggiunse l’intento. E di solito si intende, in quel dire e in quel fare, ostinazione e volere maligno ad un dato fine. Bella locuzione nostra, dedotta dal rapporto del tuono alla pioggia come di causa ad effetto. Si confronti questa umoristica osservazione di Socrate: «Santippe avendo prima detto male di lui, e poi ancora gettatogli dell’acqua adesso, Non diceva io, ei disse, che Santippe poi che ha ben tuonato, era per piovere». Diogene Laerzio, Delle vite e sentenze de’ filosofi illustri, libro II. V. Santippe.

Tantum relligio potuit suadère malorum: a così gran delitto indusse la religione. Così Lucrezio nel principio del suo Poema parlando del sacrificio di Ifigenia. Si suole dire di tutto ciò che lega l’uomo alla religione, superstiziosamente.

Tapis roulant: nome di un nuovo apparecchio meccanico: consiste in un piano mobile e saliente che trasporta i visitatori. Usato per facilità e per richiamo ne’ grandi magazzini di Parigi e dell’estero, fu di recente introdotto anche a Milano e francesemente nominato. Ma il popolo umile, più savio e più italiano, dice a Milano, la scala che cammina.

Tappeto verde: il tappeto del tavolo da giuoco che suole coprirsi di sargia verde, il giuoco stesso (d’azzardo): fr. tapis vert.

Tappezzeria: V. Far tappezzeria.

Taquiner: fr., contradire per cose di poco conto (gergo mondano).

Tarantass: nome di veicolo russo a quattro ruoto, senza molle.

Tarbouch: V. Fez. I levantini usano la voce tarbouch.

Tarde venientibus ossa: variante di sero venientibus ossa, chi tardi arriva male alloggia.

Tarlatana: specie di mussolina leggerissima, di solito per abiti da ballo, frane, tarlatane, voce indiana o da tarlata?

Tartarin: titolo di libro e personaggio del geniale scrittore francese, Daudet: millantatore ed esageratore in buona fede. Il nome di Tartarin ebbe certa voga in Italia e fu usato antonomasticamente. Se ne fece anche l’agg. tartarinesco: voci effimere.

Tartina: dal fr. tartine, e in francese vuol dire cantuccio o crostino di pane con sopra steso del burro o delle conserve. Da noi tartina si dice in cambio della parola nostra panino gravido, che in francese invece è petit pain fourré. Il sandwich per gli inglesi e francesi è fatto di due panini divisi con entro una pasta o di acciughe o di fegato d’oca o di carne, etc., e se ne usa specialmente pel tè. V. Sandwich. Tartine è da tarte, basso lat. torta.

Tartuferia: neol. effimero dei giornali, tolto dal fr. moderno, tartuferie = mensonge, fausseté, lâcheté, hypocrisie. V. Tartufo.

Tartufo: noto titolo del capolavoro del Molière (Le Tartufe, 1667) e personificazione della fredda e perfida ipocrisia gesuitica. Questa felice e famosa denominazione è ritenuta di origine italiana. Cfr. questa ottava:

          Quasi di viver Battistone stufo,
          Egeno affronta con un punteruolo;
          E perchè quei l’uccella come un gufo,
          Salta ch’ei pare un galletto marzuolo:
          E tanto fa, ch’Egeno il mal tartufo
          Manda con un buffetto a far querciuolo:
          E poi lo piglia, e in tasca se l’impiatta.
          Per darlo per un topo ad una gatta.

Lippi (1606-1664), Malmant. C° X. st. 47.

Dico in nota: «Il mal tartufo: vuol dire uomicciòlo di cattivo animo, che i Latini pure dicono homo fungini generis». Non si dimentichi che del ’600 la coltura italiana ora ancora coltura europea e il poema del Lippi correva allora ms. in Francia. V. Génin, Recréat. t. I, p. 292.

Taso: per tartaro, gromma dello botti, è ottima voce: ma molti si periterebbero d’usarla per non parere d’usare voce plebea. Vedi ciò che è dotto alla parola schiampa. Taso, secondo lo Zambaldi (op. cit.), sarebbe della stessa etimologia di tas, fr., = mucchio, voce di origino tedesca.