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trasto la inflessibile legge con le necessarie accondiscendenze e transazioni, richieste dall’umanità e dalla vita. Trattasi di sentenza popolare, come dice Cicerone stesso nel riferirla, e le sue parole e la ragione per cui è riferita la sentenza, eccole: «Spesso si offende la giustizia anche per una cavillosa e troppo scaltra e maliziosa interpretazione del diritto, onde il comune proverbio: il sommo diritto è somma ingiustizia». Cfr. altresì Terenzio, Heauton. IV, V, 45.
Summus moderator: moderator in latino vale, in senso pregnante, reggitore, governatore. Summus studiorum moderator talora è chiamato il Ministro della Publica Istruzione (non escluso un lieve senso faceto od ironico). Così si denominò il medico-latinista Guido Baccelli.
Sunt bona mixta malis: lat., le cose buone sono mescolate alle cattive. Il bene s’alterna col male.
Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt: famoso verso di Vergilio (Eneide, I, 462) v’è il dolore per le cose; esso tocca l’animo dei mortali. Comunemente si dice soltanto sunt lacrimae rerum, e a quel genitivo rerum si suole dare un senso soggettivo, quasi, animando la materia, si volesse dire: le cose hanno una loro tristezza. Errore di interpretazione e pur felice errore, e se Vergilio tornasse in vita loderebbe tale spirituale interpretazione, chechè ne pensi qualche gretto e pedante erudito. Confronta il simile caso in Vis comica.
Suonata: dicesi volgarmente e con intenzione di beffa prendere una suonata, o con forza esclamativa che suonata! per indicare impresa fallita, andata a male, per astuzia altrui, inettitudine o dabbenaggine propria, e per lo più dicesi di affari, quindi con sborso e perdita di danari. In questo senso si dice anche suonato, familiarmente e con senso lepido, per battuto, sconfitto. Cfr. il verbo suonare nel senso di battere, come è detto nel noto proverbio dei pifferi di montagna che vennero per suonare e furono suonati (senso esteso dagli strumenti a percussione).
Suonatori! (buona notte): vale facetamente è finita, e si dice in vario senso nel linguaggio familiare (dal commiato ai suonatori dopo la festa).
Super aspidem et basiliscum: Salmo, XC, 13: «camminerai sopra l’aspide ed il basilisco e calpesterai il leone ed il drago». Tale scritta vale ad indicare la protervia e la malvagità demoniaca o la prepotenza, domate e vinte. Così antiche scritture rappresentano il papa Alessandro III che calca la potenza del Barbarossa.
Superbo: per bello, magnifico, ai più sospettosi puristi pare conforme all’uso del francese superbe. Certo superbo per assai bello è antica voce, ma certo è del pari che i puristi non hanno torto ove questo «superbo» sia riferito ad umili cose: una superba scatola, un paio superbo di scarpe, etc.
Superfetazione: come termine medico cioè nuova concezione nel corso di una gravidanza (super foetum), la voce giaceva da tempo nei nostri dizionari: ma nel nuovo senso, oggi più che abusato, di pleonasmo, superfluo, in di più etc., es. «questo capitolo non c’entra: è una superfetazione», è un influsso della voce superfétation, francese, oppure super faeta’tion, inglese.
Superiore: senza termine di paragone, cioè nel senso di grande, sommo, egregio, es. il tale è un ingegno superiore, è a ragione pei puristi il fr. supérieur. | Essere superiore in vece di sdegnare, non curare è modo ripreso, ma dell’uso.
Superuomo: è voce tradotta dal tedesco Uebermensch, neologismo in cui si impernia la filosofia del grande ed infelice Federico Nietzsche. (V. Nietzschenismo), Il superuomo nel senso di quel pensatore mirabile e folle, è l’uomo nascituro, che starà alle generazioni presenti come queste stanno al quadrumano. Leggi: Così parlò Zaratustra e Al di là del bene e del male. Questa voce, pur durando quel che durerà, ha súbito acquistato una certa popolarità, ma in senso di celia e di scherno, prima per designare i seguaci o ostentatori della filosofia del Nietzsche, quindi qualunque persona che per segni e parole e abito ostenti di appartenere ad altra