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Acc — 6 — Act


Accomandatario: colui che riceve in accomàndita e sotto il cui nome va l’azienda commerciale in accomàndita. V. Accomàndita.

Accomàndita (Società in): si chiama quella compagnia o società commerciale nella quale ciascun socio non è obbligato verso i possibili creditori se non entro i limiti di una pattuita e determinata somma, nè ha ingerenza nell’azienda. Costoro sono detti accomandanti, laddove accomandatario è detto colui che traffica, amministra, dà il nome alla ditta e risponde con ogni suo avere. Anonima invece è la Società commerciale che va e fa traffico per azioni. Il direttore di tale Società può anche essere un semplice impiegato o gerente in nome degli azionisti. Vi corrisponde la voce inglese limited.

Accomodamento: nel senso faceto che talora si usa, specie al plurale, cioè di transizione, accordo, conciliazione, patto, ricorda la voce francese accommodement.

Accumulatore: qualunque apparecchio il quale serva ad accumulare energia, cioè lavoro, sotto forma o meccanica, o termica, elettrica. Il sole, ad esempio, sarebbe il maggiore degli accumulatori naturali.

Acetilène: nome di un gas illuminante, che dà una luce ottima, viva, fissa, prodotto dalla reazione chimica tra il carburo di calcio e l’acqua, le cui proprietà furono scoperte recentemente. Se ne fanno impianti isolati per illuminazione, di assai pratico uso. Il nome è stato formato secondo le regole della chimica organica. L’acetilene fu ottenuto la prima volta da Berthelot, il chimico francese tuttora vivente.

A che: invece di che è comune nel linguaggio degli uffici e ricorda l’à quoi de’ francesi. Es. Tutti hanno interesse a che sia fatta giustizia.

Acqua: nel linguaggio marinaresco è voce usata nelle seguenti locuzioni: fare acqua, quando l’acqua del mare penetra nella stiva attraverso le falle: gettare in acqua = gettare in mare: specchio d’acqua, la parte di mare di cui si ragiona: avere o non avere acqua, quando manca la profondità del mare necessaria al galleggiamento della nave.

Acquaforte: nome dato a certe stampe o incisioni ottenute mediante lastre preparate con l’acido azotico = acqua forte.

Acquafortista: incisore con l’acquaforte.

Acquaiòla: così in Napoli sono chiamate le donne che agli angoli delle vie vendono acqua e bibite di cui quivi è grande spaccio; e sanno con molta arte, rame, vasi, cristalli, limoni, adornare le loro baracche.

Acquàrium: lat. e neol. usato per indicare sì una méscita di bevande come quella vasca ove per diletto o scienza si conservano varie famiglie di pesci.

Acqua vegeto-minerale: o di Goulard, è l’estratto di saturno, ossia il sottacetato di piombo liquido, diluito nell’acqua. Usasi in medicina per contusioni, lussazioni leggiere etc.

Acquetta: o acqua Tòfana (reg. anche nei diz. francesi) o acquetta di Napoli, o di Perugia, o manna di S. Nicolò da Bari. Veleno a base di arsenico, inventato da una donna di nome Tòfana; usato nel secolo XVII. Anche oggi il popolo in molte regioni dice dar l’acquetta per significare dare il veleno, uccidere con veleno.

Acquasantino: voce usata nel dialetto lombardo invece del termine buono pila, piletta.

Acrobatismo: uno dei tanti astratti in ismo che son dell’uso e non trovo registrato. Acròbata è voce derivata dal greco (acrobatèo = cammino in punta di piedi) ed è uguale a funambolo. E come questi a fatica si regge sulla corda, così per traslato dicesi di chi con salti e sforzi di logica, manifesti e ridicoli, si studia di coprire e mascherare il proprio difetto od errore. Tale estensione di senso è anche in francese e di qui forse a noi provenne.

Acrotèrio: dal greco akrotèrion = sommità, cima, punta. Ta akotèria tes Nikes = Le ali della Vittoria. È termine architettonico ed indica il piedestallo in alto di un frontone, destinato a reggere ornamenti o statue.

Acta: lett. dal latino le cose fatte, gli atti. Cfr. Acta apostolorum, Acta diurna urbis, diario o giornale che si publicava in Roma antica, Acta sanctorum, le notizie sulle gesta dei santi, etc. Oggi a