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cati. Le culottes, cioè i calzoncini corti sino al ginocchio, erano del vestire del secolo XVIII. La Rivoluzione di Francia rinnovò oltre al resto, anche i calzoni lunghi; però quelli che, in odio all’antico, adottarono questo indumento, furon detti sans-culottes, ed erano del più forte lievito plebeo di Parigi, e les culottes aristocratiche vennero inalberate come in segno di spregio. Questa voce storica talora è usata per indicare quelli che dalla democrazia tolgono il meno buono, cioè l’invidia, l’intransigenza settaria e feroce.
Sandolino: noto palischermo a fondo piatto, con poppa e prua aguzze, capace di una sola persona, o due al più, con remo a pagaie. Parrebbe voce nuova: vero è che sandalo per specie di nave è antica nostra voce.
Sandwich: voce inglese, derivata da un nome proprio (Iohn Montagne, conte di Sandwich, morto nel 1792, il quale usava farsi recare tali serviti sul tavolo da giuoco: ecco come si può conservare un nome!): indica due fettine di pane con entro alcuna fine vivanda. Vedi alla parola tartina. Avete mai visto nelle grandi città certe miserabili schiere di uomini, infagottati in livree goffe e vistose, chiusi fra un cartellone davanti e uno di dietro? Si chiamano, per similitudine dei panini, uomini-sandwich. Servono di publicità ambulante. Non solo i così detti immortali principi dell’89, ma la semplice dignità umana, anteriore all’89, si trova offesa da sì fatto costume esotico, ma l’arte del richiamo ha buona bocca, inghiottisce questo ed altro. In francese homme sandwich. V. Réclame.
Sanfason: V. Sans façon.
Sanfedista: da santa e fede: nome di partito italiano che si oppose prima alle idee della Rivoluzione poi al Carbonarismo: sostenitore ad oltranza del più fiero assolutismo e dei diritti del Trono e dell’Altare.
Sangiacato: V. Vilayet.
Sangiovese: nome di vitigno e di vino rosso, da pasto e da bottiglia, armonico ne’ suoi componenti, di pronta beva, gradevolmente amarognolo. Nel Riminese è meno alcoolico e si presta come eccellente vino da pasto. In Toscana prevale la voce Sangioveto.
Sangue bleu o azzurro: di nobile schiatta, detto per lo più facetamente di quella gente
che incoccia maledettamente
d’esser di carne come tutti siamo
e vorrebbe per babbo un altro Adamo.
Sangue di drago: resina prodotta dai frutti del Galamus draco (Willd) pianta, rampicante della famiglia delle palme (Sumatra, Borneo). Usavasi in medicina: usasi nella fabbrica di vernici.
Sangue freddo: è il fr. sang-froid, contenente un traslato efficace e bello, conforme a quell’idioma. In italiano, calma con acconcio contributo, grande, terribile, etc. rende bene il sang-froid. Vero è che sangue freddo è oramai modo pronto e dell’uso, pur familiare.
Sanitario: agg. che si riferisce alla salute; quindi detto di medico (ufficiale sanitario), tende ad usarsi come sostantivo: i sanitari per dire i medici. Spiace ai puristi, anzi «inaccettabile» lo dice il Rigutini. Non è dal francese.
San Michele: in Milano far San Michele vale far San Martino, sgomberare, mutare alloggio, sì nel senso proprio come nel senso figurato: dall’antica costumanza di disdire gli appartamenti per il 29 Settembre.
Sans adieux: è modo elegante e mondano, insegnato dai francesi invece di arrivederci.
Sans façon: fr., per alla buona, alla mano, in confidenza, senza cerimonie, alla carlona, è tanto frequente che da chi è trascurato nel parlare si è foggiato persino la parola sanfasson o sanfasòn e sanfassona (alla): ma intendesi specialmente di vesti o maniera trasandata e sciatta.
Sansgêne: locuzione familiare francese, lett. senza soggezione. I francesi usano sans-gêne come attributo, es. Madame Sans-gêne, che per noi è difficilmente traducibile se non girando la frase con liberi e franchi modi nostrani. Gena e genant sono due voci galliche del dialetto piemontese, soggezione, fastidio, fastidioso. Per l’etimologia, V. Gena.