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e di lapidazione del publico danaro fu per avventura disgraziata sorpreso dall’onesto Pantalone pagatore: se non si può salvare, si confondono le cose per modo che il detto Pantalone crede di aver sbagliato nel vedere. V. Succhione.

Salvation Army: esercito delia salvezza: istituto inglese evangelico con iscopo di missione e di bene: diffonde cioè Te vangelo ed esercita una potente azione umana e sociale (ed igenica: guerra ai liquori!) in prò dei miseri e dei derelitti dalla societá e dalla legge. Questa istituzione è diffusa in molte parti del mondo e specialmente nelle colonie inglesi. Togliendo da S. Paolo, ha assunto per la sua organizzazione simboli e nomi belligeri ; cioè è l’esercito combattente e vigile contro il Male (Satana): onde il nome di generale al comandante supremo (che è il vecchio Booth, fondatore di tale istituto), di alfieri, alfieresse, capitani, capitanesse. Grido di guerra (War Gry)^ il giornale di propaganda che in molte nostre cittá si vende, anche per i publici ritrovi, dalle giovinette affigliate a questa religione e vestite di nota e speciale assisa. Queste forme stravaganti e simboliche , consone del resto allo spirito anglo-sassone, mal reggono al contatto dello spirito scettico e sereno degli italiani. Questa societá ha il quartiere internazionale in Londra, ha diffusione in 48 nazioni: in Italia ha il quartier generale a Milano: dispone di fortissimi redditi che investe in colonie e stabilimenti per esercizio di bene. Si adatta con tutte le religioni, senza legame ad alcuna ; si adatta agli usi e alle leggi delle varie nazioni, ma non si occupa di politica. I Salutisti (sic!) ammettono e dichiarano la possibilitá di raggiungere la perfezione secondo la parola e per la grazia di Cristo. Questa -societá data dal 1865.

Salve: imperativo del verbo latino salvère, formola di saluto ospitale, che, rinnovando antica gentilezza, è scritta sul limitare di molte case moderne.

Salvietta: per tovagliuolo^ è notato dai piú rigorosi puristi come gallicismo (serviette^ da servir). «Non comune per tovagliuolo», nota il Petrocchi. Vero è che fuor di Toscana è molto comune. Del r.esto ha esempi sino dal Seicento.

Sambuco: battello leggero per canali, lagune, stagni.

Samos: nome di vino bianco dolce, aromatico dovrebbe essere proveniente dall’isola di Samo (Mare Egeo). In commercio prevale la scrittura Samos .^ francese, alla nostrana Saíno. Col nome di Samos si importa in Italia dalla Grecia un liquido fabbricato con fichi secchi e usato, pur troppo, per preparare a Milano e altrove del Marsala.

Samovar: voce universalmente accolta per indicare la macchina per fare il tè: varia di forma secondo che lo richiede la mondana eleganza occidentale o la necessitá del rigido clima russo. Sainovar è scrittura francese di voce russa, derivata dal tartaro.

Sanatòria: disposizione con cui l’autoritá sancisce un atto non regolare. «Voce nostrale che dovrebbe prendere il posto nel linguaggio parlamentare della locuzione inglese, bill d’indennitá ^ . Rigutini, (op. cit.).

Sanatorium: neologismo di foggia latina, dal verbo saziare ; tolto dalle lingue straniere. È nome dato a certi stabilimenti, posti in condizioni determinate di clima e destinati alla cura di malattie croniche (come la tubercolosi polmonare, le affezioni cardiache e nervose, etc.) con mezzi specialmente di igiene e di dieta. Si dice e scrive anche sanatorio.

San Colombano o vino di Montevecchia: nomi di due vini lombardi, notevoli non solo perchè in provincia povera di viti (Milano), ma perchè per la loro limpidezza e il bel colore rubino hanno alcun pregio. Vini, però, di consumo locale: colline di S. Colombano al Lambro e di Montevecchia (Brianza).

Sancta sanctorum: lat., la parte piú segreta del tempio ebraico, e, per estensione familiare, spesso ironica, il luogo ove pochi e privilegiati hanno accesso, specie intendendo dei luoghi, dove «il destin degli uomini si cova».

Sanculotto: la voce non è bella ma l’uso l’ha consacrata, ed è traduzione di sans-culottes. cioè i senza brache o sbra-