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Rom — 423 — Ros


Romanzatore: per romanziere, è antica parola nostra dal Petrocchi, come al solito, collocata fra le voci morte, ma che vedo oggi rifiorire: manifesto influsso della scuola estetica. È il caso di ripetere con Orazio: multa renascentur vocabula!

Rompente: part. sostantivato di rompere, lo scoglio a fior d’acqua o la riva ove l’onda si rompe e spumeggia, impedita nel suo corso; l’onda stessa o cavallone. Dicesi anche frangente.

Rondeau: V. Rondò.

Rond de cuir: è la ciambella di cuoio su cui l’impiegato sopra pone la parte più sedentaria del proprio corpo, quindi l’impiegato stesso. Rond de cuir = employé de boureau. Voce del gergo familiare.

Rondine o rondinella di mare: elegantissimo uccello; appartiene al genere sterna, molto affine al gabbiano. V. Cocal.

Rondinella pellegrina: V. Solitaria nell’oblio.

Rondò: «(fr. rondeau) sviluppo variato della canzone. Consta di un periodo principale e di due o più episodi in una tonalità diversa dalla prima e d’impianto del pezzo. Caratterizza il rondò il ritorno del motivo principale dopo ciascun episodio.» (A. Galli op. cit.). «In tale senso conviene tenercelo come ci teniamo ouverture, suite; ma per piazzaletto a capo di un viale è da lasciarsi ai francesi», così il Rigutini. | Rondeau infine è nome di un’antica forma di componimento poetico francese.

Ronzinante: (spag. Rocinante) nome famoso del cavallo di Don Chisciotte, paziente, intelligente e fedele compagno dell’Eroe dalla Triste Figura. Usasi in alcune locuzioni con senso estensivo, come inforcare il suo Ronzinante. (Cfr. il fr. roncin, e il nostro ronzino).

Rosbiffe e rosbif: V. Roast-beef.

Rose, o anemoni di mare, o ortiche di mare: come sono dette a Napoli: voci volgari dell’Attinia. (V. questa parola).

Roseola: (da rosa) term. med., eruzione di macchie rosee su la pelle, senza o con lievissimo rialzamento: spariscono dopo qualche giorno lasciando una tenue squama. È sindrome di alcuno malattie o stati patologici: macchie lenticolari della febbre tifoide, del vero tifo, della sifilide, etc. e di alcune specie di avvelenamenti. Così pur si dice roseola del noto fenomeno vaso-motore, per effetto di emozione (pudore).

Rosetta o Rondella: (traduzione del fr. rondelle, o con voce dialettale milanese, ranella) chiamano i meccanici quella rotella o cerchietto di metallo, di cuoio o di altra materia, forata per lo mezzo, che serve per alcuni meccanismi (ingl. washer, ted. Untermutterscheibe).

Rosière: è detta in Francia quella pulcella che ha ottenuto il premio della virtù, fu cioè coronata di rose, il fiore della Voluttà destinato in questo caso a laureare la castità pudica. Costume ancor vivo in certe terre di Francia, sostituito, però, l’oro o la dote alle effimere rose. La tradizione attribuisce cotesto costume a S. Médard. Ma forse a quei tempi era più facile trovare cotali pulcelle.

Rosminiano: dicesi non soltanto di que’ sacerdoti che appartengono all’ordine fondato da A. Rosmini (1797-1855), ma equivale altresì a prete liberale, dotto, evangelico, non intransigente.

Rosso o scarlatto: dicesi familiarmente, riferendosi alla bandiera rossa del partito republicano, di persona che abbia in politica opinione apertamente republicana, rivoluzionaria: dicesi anche di giornali.

Rossòli: o ròssoli, dal colore rosso aurato, o barboni, dalle due barbe o barbigli mobili che hanno sotto la bocca, chiamasi volgarmente sul litorale Adriatico la triglia piccola (mullus). La triglia, quando è grossa, è fra i pesci più pregiati, fin dai tempi dei buongustai dell’antica Roma.

Rossumata: voce lombarda estesa oltre al dialetto (rossumàda e ressumàda), deriva da rossümm, mil., rosso d’uovo, quindi rosso d’uovo sbattuto con vino.

Rostbraten: se in qualche birreria od albergo si vedrà su le note o si udrà dal cameriere questa dura parola tedesca, non v’è a credere che sia un piatto speciale e raro: vuol dire bragiuola nulla più (auf dem Roste braten = cuocere in graticola), come pot-au-feu vuol dir lesso con verdure cotte. È vero che gli uomini mangiano anche con la fantasia, e ciò