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notata fra le voci morte (erede, figlio), vive nel linguaggio dei zootecnici, es. vacca con redo (cioè col suo vitellino). Redo per vitello oltre che voce del linguaggio scientifico è altresì pura voce toscana de’ contadini.
Reel: aspatoio, voce inglese che è in uso presso i tessitori. E una macchina che serve a fare matasse, svolgendo il filo dai fusi che provengono dalle macchine da filare (ring o self acting) o da ritorcere (doubling).
Referee: ingl., arbitrio, giudice inappellabili del campo, voce usata nel giuoco del Foot-ball. V. questa parola.
Referendum: lat., (per riferire) nome di istituto politico svizzero di carattere democratico che riporta — in taluni casi o dietro richiesta — ai cittadini stessi, anzichè a’ suoi rappresentanti, il diritto di votare, deliberando, intorno a leggi e cose della amministrazione e del governo. In tale senso è istituto recente (come è detto alla frase ad referendum) data, cioè, dal tempo della Rivoluzione Francese ed è — sebbene giuridicamente diverso da Cantone a Cantone — il tratto più caratteristico della moderna vita publica della Svizzera. Vero è che la tradizione di commissari deputati ad audiendum et referendum risale in Isvizzera alla fine dell’Evo Medio. Referendum, per voto, giudizio popolare, è detto frequentemente fra noi anche trattando di questioni non politiche nè amministrative. Vale interrogare le persone competenti affinchè dicano il loro giudizio intorno ad una data questione.
Refilare: per dare, plebea voce del gergo (Milano). Nel diz. dell’Argot del Delesalle (op. cit.) trovo: refiler = rendre, restituer, donner: refiler des beignes = donner des coups.
Refilè (dare un): cioè una strapazzata, una tirata d’orecchi etc., è volgare locuzione milanese.
Refrain: voce fr., ritornello: ricorre nel linguaggio musicale: «secondo l’opinione di Gaston Paris, nelle antiche melodie la voce arrestandosi per cantare di nuovo, e passando istantaneamente da una ad altra nota, si spezza (frangitur), e di qui venne il vocabolo refrain. Tra gli antichi Galli questi refrains erano non solo cantati ma anche danzati. Oggi il refrain è una sorta di periodo musicale ricorrente alla fine di ogni strofa nelle canzoni» (A. Galli, op. cit.).
Refrattario: è notato nei diz. nel senso di disertore o di persona che si sottrae agli ordini altrui (parola venutaci con la Rivoluzione). Nel senso fisico, refrattario dicesi di un corpo che resiste all’azione chimica. Ora spesso questo vocabolo è usato per indicare persona non tanto ribelle, quanto non modificabile dall’azione sociale e dall’ambiente. Di solito tale voce ha senso nobile e generoso. Lo scrittore francese Giulio Vallés (1833-1885), dettò un geniale libro I refrattari ove esalta questi spiriti indocili e indomiti. L’opera e il titolo influirono nel nuovo senso della parola? Nel citato diz. del Delessalle, Réfractaire = homme de talent qui se néglige.
Refurtiva: latinismo del linguaggio dei legali, invece che dire la cosa rubata (res = cosa).
Refuso: nel gergo degli stampatori è la lettera che nella composizione e nella stampa ha preso posto di un’altra. I refusi solitamente avvengono perchè la cassettina di una lettera contiene qualche lettera che dovrebbe essere in altra cassetta. Il compositore, come si sa, non guarda, ma prende alla cieca, onde avviene che invece, ad es., di comporre impiegato del demanio, scriva del demonio. Errori mostruosi e goffagini stupende si devono al caso del refuso, alcuni sono celebri. Es. ici le prêtre ôte sa calotte, col refuso fu stampato: ici le prêtre ôte sa culotte. Il refuso di solito avviene quando lo scompositore non sta attento ove getta le lettere.
Regàglie: frastaglie o frattaglie dei polli cioè creste, bariglioni, granelli, fegato, cuore. Ottima voce, che molti non userebbero in polita scrittura per timore di parer sciatti e vernacoli.
Regesta: termine di storia de’ tempi di mezzo. Repertorio cronologico ove sono registrati gli atti publici o privati in un dato periodo di tempo. I diz. hanno regesto. Parmi più comune la forma latina regesta = registro.