Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Rar | — 404 — | Rat |
difficoltà» è maniera ripresa dai puristi come gallicismo. La sancisce l’uso. Rapporto è antica ed ottima voce per notificazione, ragguaglio, avviso, riferto, denunzia. Voce viva negli uffici.
Rara avis in terra: Giovenale, (Sat., VI, 5, 165), uccello raro in terra: vale nell’uso come mosca bianca.
Rari nantes in gurgite vasto: (Vergilio, Eneide, I, 118) rari naufraghi spersi pel vasto gorgo. Il poeta descrive stupendamente la terribile tempesta, suscitata contro Enea dall’ira di Giunone: Ricorre tale emistichio in senso faceto: quattro cappelletti nel brodo possono essere rari nantes in gurgite vasto.
Ras: capo, governatore nell’impero feudale d’Abissinia.
Rassegnare: usato riflessivamente nel senso di firmarsi, sottoscriversi è voce dell’uso nelle corrispondenze ordinarie di affari. Es. ho l’onor di rassegnarmi. Deve essere un’evoluzione del rassegnare nel senso di presentare, dichiararsi servitore, se non che in tale uso suole ricevere l’oggetto (e non è modo di pura classicità). Es. le rassegno il mio ossequio, rassegnare le dimissioni (modo burocratico). I francesi hanno signer, soussigner, e probabilmente questo rassegnarsi = firmarsi deve essersi formato anche per l’influsso del francese.
Rastaquouère e Rasta: voce di gergo francese, pervenutaci col giornalismo: vale avventuriero, cavaliere d’industria, personaggio cosmopolita che, sotto l’aspetto di gran signore, non nasconde che un abile imbroglione: rastaquoèrisme, gran parvenza, gran tono, e sotto miseria e delitto. Tipi e costumi che sono naturale prodotto del tempo odierno e della gran vita della civiltà industriale. La parola è fatta derivare dalle due voci spagnuole, rastar e cuero. Secondo altri più semplicemente sembra essersi formato tal nome: cioè da suoni simili alla voce rastaquouère che un attore francese, Brasseur, pronunciava in suo esotico linguaggio nella parte di un brasiliano furente e di grande parvenza, in uno scherzo comico di Meilhac e Halèvy, rappresentatosi in Parigi al Palazzo Reale il 9 maggio 1863, intitolato Il Brasiliano. Questa parola rastaquouère ha fatto per qualche tempo pompa di sè nel giornalismo italiano che tanto toglie e si compiace di parole francesi. Come la più parte delle voci del gergo, effimera.
Ratafià: nome di noto liquore o acquavite, ottenuta con la distillazione delle susine (Svizzera, Francia, Austria, Friuli). In francese ratafia, che secondo il Ménage è parola di origine indiana: altri da rata fiat conventio, dal bicchiere che si beve nello stringere patti. Fantasia degli etimologisti! il Littré nel Supplemento, da rack o arack = acquavite di riso + tafia, acquavite di canna di zucchero: voci orientali.
Raté: part. del verbo fr. rater = far cilecca: disgraziato, fallito moralmente. Es. «V’è un altro personaggio: un raté che le delusioni hanno fatto filosofo». Ora raté in tale senso, è voce di gergo: individu qui n’a pas réussi dans la carrière et qui ne réussit en rien. NB. È uno dei fenomeni più singolari la facilità con cui scrittori italiani, anche di una certa rinomanza, abboccano a queste effimere voci di gergo francese, con le quali pare che il loro dire e il loro dettato acquisti quella snellezza che non sanno ottenere con l’uso sapiente della propria lingua.
Rateale: neol. invece che a rate.
Ratier: nome fr. di una specie di cani, così chiamati dalla perizia loro nel prendere i topi (rats). V. Terrier.
Ratifica: per ratificazione (conferma, lat. ratum habere) è un accorciamento neologico nostro come verifica, moltiplica, bonifica, etc. Spiace ai puristi, lo sancisce l’uso, specialmente trattando di cose comuni; nel linguaggio diplomatico prevale ratificazione, voce classica invece di ratifica, forse per effetto del fr. ratification.
Ratificazione: nel linguaggio diplomatico è l’atto con cui il capo di uno Stato approva conferma e dichiara di accettare ciò che è stato convenuto e stipulato in suo nome dall’agente diplomatico cui era stato concesso pieno potere. La ratificazione vale quindi l’esecuzione del trattato.
Rato: (lat. ratus = creduto, ratificato, determinato: cfr. rata parte e rata). In diritto canonico, matrimonio rato, usasi