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italiana privandola di un’eleganza e di una vera ricchezza, non è il caso di disputare. Sta il fatto che queste voci essendo vitali, vivono a dispetto di chi lo volle morte. Cfr. Elleno.
Questionario: raccolta di questioni, neol. dal fr. questionnaire: voce accolta dall’uso e dai lessici. V. Fanfani ed Arlia, (op. cit.)
Questioni bizantine: V. Bizantinismo.
Queue: coda. Sovente in vece che dire mettersi in fila o far la coda quando c’è gran gente ad un passaggio, si pronuncia alla francese: far la queue. Comunissima voce nei comandi delle danze.
Quì, quà: con l’accento, non è buona scrittura. Scrivasi qui, qua. Gli altri monosillabi che escono in dittongo raccolto hanno invece l’accento, come può, piè, diè, etc. I monosillabi semplici non hanno accento, quindi si deve scrivere do, fa, fo, fu, fra, me, no, pro, pre, sa, so, su, sta, sto, te, tu, tra tre, qui, qua. Ecco quei monosillabi che talora vanno segnati da accento, o da apostrofe, secondo l’uso vario a cui si prestano nel discorso: chè (imperocchè): dà (verbo), da (preposiz.), da’ (dai): dì (giorno), di’ (imperativo del verbo dire), di (preposiz.): fe’ (per feo, voce poetica in luogo di fece), fé (fede): là (avverbio), la (articolo o pronome): nè (congiunzione, vale per lo più e non), ne’ (nei): se’ (sei, verbo), se (congiunzione): sì (per così o affermando), Si (pronome): ’ve e u’ (in poesia per ove): vo (vado), vo’ (voglio). Le preposizioni tra’ pe’ su’ co’ contra’, si usano da taluno con certo artificio di imitazione toscana, in luogo di tra i, per i, su i, con i, contra i. V. Colla.
Quia: lat., perchè, cioè la causa. Es. ed eccoci al quia.
Qui amat periculum, in illo peribit: chi ama il pericolo perirà in esso. (Ecclesiastico, III, 27).
Qui in altum mittit lapidem, super caput eius cadet: chi getta in alto una pietra, gli cadrà su la testa (Ecclesiaste, XXVII, 28); bella e grave imagine simbolica che allude al ricadere del male sull’autore stesso del male.
Quid: lat., alcuna cosa. Ricorro talora questo neutro latino per indicare cosa indeterminata o non facilmente definibile; es. un certo quid.
Quid agendum: lat., che fare? che abbisogna? a quale rimedio appigliarsi?
Quidam: lat., un certo, un tale, pronome usato per indicare indeterminatezza qualitativa. Vive nell’uso: un certo quidam, un quidam qualsiasi e suona sprezzo.
Quid de jure?: locuzione degli avvocati per significare che cosa risulta logicamente secondo la legge.
Quid est veritas: lat., che cosa è la verità? Domanda cui, più si pensa, più si sprofonda il pensiero. Ma certo Pilato rispondendo a Cristo, non ci pensò tanto (S. Giovanni, XVIII, 38): «Io a questo fine sono venuto nel mondo, di rendere testimonianza alla verità: chiunque sta per la verità, ascolta la mia voce. Dissegli Pilato: che cosa è la verità? E detto questo di nuovo uscì».
Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames?: V. Auri sacra fames.
Quid novi?: che c’è di nuovo? formola latina, comune, con forza di intercalare. Ricorda Aristotele, (Hist. Anim., VIII, 28): [testo greco] e Plinio: (Storia Nat. VIII, 17): semper Africa aliquid novi affert.
Quidquid delirant reges, plectuntur Archivi: le follie dei re le scontano i popoli, cioè non v’è più sicurezza pei governati, quando i governanti perdono la bussola (Orazio, Epistole, 1, 2, 14).
Quieta non movère: lat., non muovere le cose tranquille, massima di vile prudenza o di conoscenza che l’edificio è così marcio che, pur toccandolo, tutto cadrebbe. Eppure molti istituti si reggono su tale assioma! Dicesi anche nel senso del noto adagio: Non stuzzicare il can che dorme.
Qui giace l’Aretin poeta tosco | che disse mal d’ognun fuor che di Cristo | scusandosi col dir non lo conosco: noto epigramma e sintesi della vita o dell’ingegno di Pietro Aretino, specie di gran publicista venale del Cinquecento. Ripetesi il caustico motto con ampio senso. Il motto è attribuito comunemente al Giovio.
Qui gladio ferit gladio perit: chi ferisce