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con cui si fanno minestre) altri da piperata, (cfr. il lat. piper, pepe) perchè il pepe è condimento di questa vivanda. Purée: iusculum pisorum depuratum et colatum. (Richelet). Noi potremmo benissimo dire crema di piselli, di patate, di fagiuoli, e così si dice, oppure fagiuoli, piselli passati (al setaccio). Nell’uso è prevalente la parola purè. Il Rigutini suggerisce il sost. passato, ma chi l’usa? In alcune regioni dell’Italia centrale, le patate schiacciate (specie di purée) sono dette mâchées (scritto un po’ come si vuole), e letteralmente vale masticate. Ma in francese non esiste tale parola in tal senso.
Puritanismo: ingl. puritanism, dal lat. purus = puro: nome dato al movimento politico e religioso che guidò la rivoluzione inglese e condusse alla Republica sotto il Cromwell. Il puritanismo sorse nel XVI secolo come reazione alla rilassatezza dei costumi del tempo ed alla chiesa di Roma.
Puritano: seguace della setta evangelica del puritanismo. V. questa parola. Per estensione dicesi di persona che ostenti grande severità ne’ costumi e ne’ principi politici. Così pure in fr., puritain.
Purista: è parola già notata in ogni dizionario: se non che mi pare necessario fare una distinzione: come scuola letteraria, puristi furono detti quegli ingenui esteti — così li chiamerei con nuova parola — i quali innamorati della pura e semplice bellezza dell’aureo Trecento, avrebbero a quella sacrificata persino la naturale evoluzione del linguaggio (il Cesari, il Puoti, il Ranalli ed altri, fra i quali molti preti, specie in Romagna, come ad es. il canonico Balsimelli, a cui nominare il Manzoni era un amareggiare la vita). Puristi poi sono detti quei letterati ed amatori della lingua italiana i quali, nell’accogliere nuove parole, domandano che siano necessarie, conformi al genio della nostra lingua, e di buona formazione, e non — come spiega il Petrocchi — «che non vogliono ammettere nella lingua se non parole vidimate dai classici antichi», la qual cosa è assurda ed offensiva per valentuomini come il Tommaseo, l’Ugolini, il Fanfani, il Rigutini, etc. per non citare se non i più noti. Evidentemente il Petrocchi confonde il dogmatismo estetico della scuola del Cesari con le dottrine di quei nostri letterati, i quali per quanto possono, si argomentano di porre un argine all’invadere del forastierume, spesso illogico e goffo, nella favella italiana. I puristi, in questo secondo senso, hanno, se mai, un solo torto, cioè di restringersi troppo grettamente all’esame della parola e non riconoscere il fatto fatale che alla servitù delle idee segue la servitù del vocabolo. Del resto la nobile schiera nella universale indifferenza degli italiani, nel diffondersi delle più barbare voci, vantate come conquista di libertà, cede ormai, ed era la sola sincera difesa. Derivato, Purismo.
Puro sangue: vale cavallo di razza: fr. pur sang.
Purus grammaticus, purus asinus: semplice grammatico, semplice asino, antica sentenza latina che contiene altrettanta verità quanto odio; detto di chi non sa vedere più in là delle leggi formali della grammatica, la quale saviamente intesa, è pure il fondamento di ogni buon studio.
Pus: (lat. pus, puris, gr. [testo greco] = marcia, sanie) è voce del linguaggio medico, estesa anche all’uso comune, per indicare un noto essudato patologico di consistenza fluida, d’aspetto cremoso, viscido, di color giallo verdognolo o biancastro il quale tiene sospese delle cellule, dette globuli del pus.
Pusterla: termine lombardo: «specie di seconda porta che per lo passato si usava quasi sempre tra la porta da via e il cortile delle nostre case, e in vece della quale usa oggidì comunemente un cancello di ferro o di legno» Cherubini. Posterla o postierla, in antico, piccola porta di città, in opposizione alla porta principale. La Pusterla de’ Fabbri, recentemente e inconsultamente abbattuta in Milano, ricordava una di cotali antiche porte.
Pustza: campagna (per il pascolo dei cavalli) in Ungheria.
Puta-caso: per ipotesi, per esempio, dal lat. puta = reputa, credi.
Puteale: lat. pùteal da puteus = pozzo, bocca di pozzo: per lo più di marmo con fregi come ne provano gli antichi avanzi.