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Pour le roi de Prusse (lavorare): cioè per un ingrato, senza alcun lucro, per la gloria. Per l’origine storica del motto, V. Fumagalli (op. cit.): Il a travaillé pour le roi de Prusse.
Pourparler: infinito sostantivato, dall’antico verbo francese porparler (da pour e parler), nel senso di abboccamento, conferenza, preliminari, accordi, trattative.
Poutrelle: per trave, asta, sbarra, di ferro (a doppio T solitamente), specie oggi che le costruzioni murarie si fanno mercè il ferro, è voce comunissima fra i tecnici. E il francese poutrelle, diminutivo di poutre, basso latino pulpetrum = trave squadrata: leggesi tradotta in putrella.
Poverazza: o peverazza, è il nome dialettale della Venus Gallina, mollusco bivalve col guscio di fuori ruvido e cinero, entro bianco e lucido: il mollusco quivi contenuto è di forte saper di mare. Se ne fa gran pesca in inverno lungo il lido adriatico: cibo più greve e rozzo dell’altro bivalve, tellina o calcinello. Il Tommaseo spiega erroneamente poverazza, specie di grossa chioccia. Il Mattioli nel suo diz. romagnuolo, Imola, Galeali, 1879, cita un esempio del Dati: «Un gonzo essendo a un convito di magro dov’era una minestra di telline e di poveracce, della qual non avea mai più mangiato, ne prese egli in bocca una gran cucchiaiata, nè potendo ingoiarla nè masticarla, badava a quel che facevano li altri». V. Pettine e Pecten.
Pozzo di S. Patrizio: cioè senza fondo, dove tutto si inabissa e si perde: locuzione familiare e popolare, dedotta dalla antica leggenda del secolo VI che racconta come S. Patrizio per convincere gli Irlandesi, aprì una miracolosa caverna o pozzo che menava all’altro mondo. Leggenda del Purgatorio di S. Patrizio.
Praesente cadavere: lat., presente il cadavere, locuzione usata in vario senso e dedotta dal rito delle successioni de’ Pontefici, nelle quali il cardinale Camerlengo logge il testamento del Papa defunto, praesente cadavere.
Praesumptio juris et de iure e juris tantum: queste due formule vengono dal diritto romano e si mantengono vive nel linguaggio forense. La praesumptio iuris et de iure è quella che, data dalla legge, si ritiene per sua natura incontrastabile e non ammette prova in contrario. La praesumptio juris tantum si deduce parimenti dalla legge, ma ammette prova in contrario. La nostra legge definisce così le presunzioni: le conseguenze che la legge ed il giudice deducono da un fatto noto per risalire ad un fatto ignoto.
Prägnanter: V. Pregnante.
Praline: chiamano i francesi la mandorla tostata nello zucchero. La etimologia del nome sembra essere da cotal Pralin o Praslin, cantiniere del maresciallo Duplessis, che per primo preparò in tal modo le mandorle. Così il Menage, accolto dal Littré e dallo Scheler. Ho inteso a Milano tradurre volgarmente la locuzione francese con mandorle alla perlina (!).
Pratica: prender pratica o aver pratica significa, nel linguaggio marinaresco, prender od aver licenza dall’autorità marittima locale quando si giunge in porto, di poter comunicare cogli abitanti del luogo e con la terra, cioè di sbarcare, dopo essersi però assoggettati alle visite sanitarie e doganali.
Praticare: per fare, ricorda ai puristi il fr. pratiquer = faire: pratiquer un trou, une ouverture, un chemin. Eppure (forza dell’uso!) ecco un esempio di stilista fin troppo insigne, e buon conoscitore della lingua nostra, il d’Annunzio:
Quattro di bosso ei fecemi cannelle
ineguali, e assai bene le polì.
La più corta alla spalla m’inserì
e strinse con cerate funicelle.
In bocca tre l’artiere me ne messe,
l’una più lunga, l’altre due minori;
nella più lunga numerosi fôri
praticò, che diverse voci desse.
Preadamitico: lett., anteriore ad Adamo: voce iperbolica per significare familiarmente cose non moderne: dicesi specialmente di oggetti e arnesi meccanici.
Precedente: con forza di sostantivo per vita o fatti precedenti o antefatti, è tolto dal fr. précédent, ed è voce usata specie in politica nel linguaggio giudiziario. Spiaco ai puristi: ma l’uso non ne saprebbe fare a meno anche nel linguaggio comune.