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Polarizzarsi: in senso morale (politico-sociologico) vale come orientarsi, convergere di anime e coscienze ad un dato punto, (come il polo è guida alle navi). Brutto neologismo. Polarizzare, detto della luce «significa ordinare le vibrazioni delle particelle di etere lungo un raggio luminoso per modo che tali vibrazioni si facciano normalmente col raggio tutte nella stessa direzione» (Murani). Questa parola ricorre con altri significati in elettricità ed in matematica.
Polarizzazione: l’atto del polarizzare.
Polemica: dal gr. [testo greco] = guerra, dicesi (e qualche decennio fa il vocabolo era di grande uso) di contese per le stampe, specialmente di carattere letterario. Onde le voci polemista, polemizzare.
Polena: term. mar., statua o busto, relativo al nome del bastimento, che sporge dall’estremità del tagliamare; ovvero adornamento di scoltura nel luogo istesso.
Poli: gr. [testo greco] = molto, prefisso usato in composizione di gran numero di parole, specialmente scientifiche, per indicare il concetto della complessità e moltiplicità.
Poliambulanza: recente istituto sanitario, specie nelle grandi città, in cui si curano e si dà consalto delle varie malattie ([testo greco] = molto) ambulatoriamente. V. Ambulatorio. Voce ripresa dai puristi, ma confermata dall’uso.
Poliandra: gr. [testo greco] = che ha (o richiede) molti uomini, detto di donna. V. Appendice.
Policlinico: da [testo greco] = molto e [testo greco] = letto. Stabilimento destinato alla cura delle malattie ed all’insegnamento pratico della medicina.
Poliedrico: fr. polyédrique, dai molteplici aspetti, come un poliedro.
Poliedro: questo noto termine geometrico spesso è adoperato neologicamente in senso morale per significare i vari aspetti e le molte facce di una questiono o di un fatto.
Poligrafare: trarre copio col poligrafo.
Poligrafo: per autore, scrittore che tratta di vari argomenti sarà di buona italianità, certo non è bello e ricorda ridicolmente quell’apparecchio di pasta di colla di pesce e di glicerina che serve a trarre copia.
Polìmero: (da [testo greco] = molto e [testo greco] = parte, quindi multiplo, molteplice) dicesi di «una sostanza che contiene gli stessi componenti di un’altra sostanza ma in quantità multipla: p. es. il glucosio (o zucchero d’uva) è costituito da carbonio, ossigeno e idrogeno come l’acido acetico, ma nella sua molecola vi è il triplo di ogni costituente. Così se la molecola dell’acido acetico contiene 2 atomi di carbonio, 2 di ossigeno e 4 di idrogeno, la molecola del glucosio contiene 6 atomi di carbonio, 6 di ossigeno e 12 di idrogeno. Queste due sostanze polimere hanno le stesse qualità di componenti (non la stessa quantità) ed hanno proprietà fisiche e chimiche differenti» (Molinari).
Polisarcìa: dal gr. [testo greco] = molto [testo greco] = carne. Sinonimo di obesità, che è un’ipertrofia generale del tessuto adiposo, cioè una malattia. Avviso a quei semplici che, vedendo alcuno pingue, se ne congratulano come di salute floridissima!
Politela: V. Thalweg.
Politica della foglia di carciofo: locuzione storica. Carlo Emanuele III re di Sardegna, successo al padre Vittorio Amedeo II (1730), seguì nella guerra intereuropea della successione al trono di Polonia le parti di Francia con la promessa che al finire della guerra gli sarebbe toccato il milanese. (Era un far conto su la pelle dell’Austria, alla quale pei trattati del 1713-1714, di Utrecht e Rastadt, era toccata la Lombardia). Alla sua volta l’Austria avea offerto patti anche più grassi per trarre dalla sua quel re, ma questi era solito dire che l’Italia era come un carciofo di cui bisognava mangiare le foglie a una per volta, cioè che per allora s’accontentava della Lombardia: detto che rimase memorabile e che «dimostra come già da tempo pensasse Casa Savoia alla unificazione d’Italia»: così i monarchici. Vero è che i republicani torcono la frase ad altro senso maligno, e riferendosi al recente regno di Vittorio Emanuele II, alludono al modo come tutta la penisola cadde sotto il dominio dei Savoia, un poco per volta.
Politica sporca: così chiama efficace-