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alberi» come spiega il Petrocchi, è da assai tempo entrato nell’uso e registrato. Come il solito, i gallicismi usati a Firenze hanno onore di registrazione, ma converrà pronunciare proprio alla fiorentina partèrre! Il buon Fanfani però protesta, «Sì signori, in Firenze così addimandasi un Publico (Giardino fuori di Porta San Gallo, è per ciò che la voce non è francese?».

Partibus (in): V, In partibus.

Participio di necessità: così chiamano i grammatici quella forte e sintetica forma verbale, propria della lingua latina, che contiene il concetto della necessità: amandus = che deve essere amato. Ora questa forma va divenendo neologica in molte voci, educando, instituendo, contennendo, erigendo, Licenziando etc. Sarà comoda, certo non è estetica e si confondo col gerundio.

Partire in guerra: è la traduzione dell’idiotismo francese partir en guerre = partir pour la guerre. Spesso tale locuzione si adopera in senso figurato e con forza caustica, quasi di chi piglia lo slancio per un goffo assalto. Nel linguaggio giornalistico è molto comune. Locuzione probabilmente effimera.

Partita d’onore: per duello, è locuzione comunissima. Trae la sua origine dal francese partie d’honneur. Così dicasi di partita di caccia, di piacere, per divertimento, solazzo, scampagnata. La lingua italiana, nota il Rigutini, non conosce altre partite che quelle del giuoco.

Partita doppia (giocare a): vale tenere i piedi in due staffe, seguire occultamente due partiti opposti, far due parti in commedia, in modo che se la va male per un verso, vada bene per l’altro. Questa locuzione deve essere tolta dal linguaggio di borsa, riferendosi a quei giuochi di speculazione per cui perdendo in una data partita, si guadagni dall’altra.

Partiti popolari: nuova denominazione politica italiana, usata per indicare l’unione di quei partiti (dal radicale al socialista) i quali pur discordando nella finalità e nei mezzi, concordano nel reggimento sovrano del popolo, nell’incremento di esso, economico e morale, e nell’opposizione ai partiti conservatori e di casta. Quanto codesta divisione politica, che pare così netta o sicura, risponda alla realtà ed al fatto economico, non è qui il luogo di esporre. La locuzione partiti popolari fu specialmente usata e consacrata nello elezioni politiche del 1900 allo scopo di resistere in fascio al ministero Pelloux.

Parturient montes, nascetur ridiculus mus: i monti avranno le doglie del parto, ne verrà fuori un ridicolo topo, così Orazio con acuta imagine nella sua Arte poetica (vs. 139) parla di quelle opere il cui grande e reboante proemio non corrisponde all’opera, gracile e misera. In tal senso è ripetuta la frase latina e, più generalmente, per significare che le premesse saranno sproporzionate al mezzo ed al fine.

Parure: nome fem. dal verbo francese parer (latino parare) adornare. In italiano v’è la parola finimento, che è composto della collana e degli orecchini; ma la parola parure prevale nel ceto mondano e nel linguaggio delle mode.

Parva sapientia: lat. piccola sapienza! dalla nota sentenza videbis, fili mi, quam parva sapientia regitur mundus. Della varia attribuzione di questa massima. V. Fumagalli, Chi l’ha detto?

Parvenu: lett. arrivato, cioè villan rifatto, pidocchio rifatto, che sono le voci nostre equivalenti. Ma in francese non v’è quel grave senso di spregio che v’è in italiano, e che certo non risponde più bene ad un fatto sociale così comune al dì d’oggi come l’arricchire rapidamente. Cfr. il motto, enrichissez vous.

Pasciulì: è (o credo possa essere) la scrittura italiana di Patchouli. V. questa voce.

Pascere: bella voce antica e disusata: primavera. Rivive nel poetare degli esteti:

          Bergamo, nella prima primavera,
          ti vidi al novel tempo del pascere.

Pas de zèle: V. Surtout pas de zèle.

Pasquinata: satira, beffa di Pasquino.

Pasquino: (V. il lungo studio di Luigi Morandi nella prefazione alle opere del Belli, Lapi, Città di Castello, 1889). La celebrità dei motti satirici di Pasquino risale al principio del ’500 e rappresenta lo spirito satirico, scettico, critico del popolo romano, in rapporto al dominio pa-