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Paradello: nelle lagune di Comacchio (valli) così è chiamata una lunga pertica forcuta di cui si valgono quei pescatori (fiocinini) e marinai per ispingere i loro navicelli piatti su quelle basse acque, malo acconce alla manovra del remo.
Paraggio: ter. mar., tratto di mare nelle vicinanze di una terra che resta determinato dalla posizione di questa. Dicesi paraggio per vicinanze e talora estensivamente con senso morale. N. B. Registro questa parola così comune perchè nel Petrocchi è confinata tra le voci fuor d’uso. Ma è una ossessione cotesta di far morire le parole vive!
Paralalia: term. med., turbamento della favella con sostituzione nella pronuncia d’un suono ad un altro.
Paralisi infantile: V. Eclampsia.
Paralisi progressiva: affezione caratterizzata anatomicamente da lesioni dei centri nervosi e clinicamente dal progressivo indebolirsi della mente, turbamenti somatici, difficoltà di parlare, tremori, etc.
Paralizzare: una delle molte voci che dal linguaggio scientifico e naturale, sono trasportate con odierna tendenza figuratamente nel linguaggio morale: rendere vano, inefficace, inoperoso, distruggere, e usando un altro traslato neologico, neutralizzare. Paralyser, fig. = frapper d’inertie. Es. paralyser des efforts. Tale senso estensivo è pur dato alla voce paralisi. V. Elettrizzare.
Paramano: nell’arte muraria è così detto un mattone alquanto maggiore dei comuni, preparato con terra più fine a spigoli vivi e regolari, ed a facce perfettamente piane: si usa per rivestimento esterno di quelle murature che non vengono intonacate al di fuori e che si chiamano murature con mattoni in vista. Qualche volta si impiega, non già come semplice rivestimento esterno dei muri, ma per la loro costruzione anche all’interno, e ciò quando vogliasi avere una muratura molto resistente.
Paramezzale: term. mar., lungo pezzo di costruzione o di lamiera, che va da prua a poppa sopra i madieri delle coste, quasi legamento longitudinale della nave.
Parananza: è nel volgare marchigiano il largo grembiule o zinale (da zinna = mammella): traversa nel Veneto: davantale nel contado romagnolo: scossal, in Lombardia.
Paranco: sistema composto di due bozzelli e di un cavo inferito nelle pulegge di quelli: usato, in ispecie, nelle manovre navali, V. Bozzello.
Paranòia: neol. universale, usato per la prima volta dal Vogel (1772) ed esteso dal Kahlbaum (1863) per indicare quella forma di demenza che comunemente dicesi monomania. Deriva da [testo greco] e [testo greco] = mente. (V. Para). Definiscono con tal nome i medici un sorgere lento di un sistema di idee deliranti, il quale dura lungamente immutato e non conduce, in generale, a demenza. Il paranoico rappresenta la esagerazione estrema di ciò che fu chiamato sistema egocentrico. Il paranoico si crede il punto a cui tutto converge; tutti si occupano di lui; tutto accenna a lui; tutto è fatto per lui. I medici distinguono e suddividono la paranoia in isvariatissime forme. Questa voce scientifica ebbe grande diffusione ed è divenuta familiare tanto da essere abusata o male usata al punto da chiamare paranoia persino la fissazione o mirabile monomania dell’uomo geniale.
Paranòico: termine neol. del linguaggio scientifico, entrato con uso ed abuso anche nel linguaggio comune; ed è agg. e sost. da paranoia o paranèa. V. questa voce.
Paranza: e dim. paranzella, vale come tartana o bilancella; piccolo veliero da pesca, con un solo albero latino e più fiocchi. | Coltello in uso ne’ duelli dalla Mafia.
Parapioggia: per ombrello, è ritenuto francesismo (parapluie). Quanto alla etimologia di ombrello, l’ombra pare che c’entri assai poco, bensì la parola latina imber = pioggia, gr. [testo greco]. L’ombrello da sole comunemente è detto parasole.
Parassitismo: astratto di parassita, inteso in senso sociale e politico. Come gli animali e le piante hanno i loro parassiti, così l’organismo sociale ha coloro i quali vivono ed ingrassano succhiando il sangue vivo della Nazione. E come l’individuo sudicio e inerte abbonda di parassiti quali