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parlamenti odierni per cui una minoranza si vale di mezzi apparentemente legali per impedire una data discussione. Ben considerando, si tratta di una intricata questione di diritto degli uni per impedire il diritto degli altri, e anche in ciò è applicabile l’arguta osservazione di A. Manzoni che in questioni di diritto incerto v’è «opportunità di fare una guerra ogni volta che una testa dura s’abbatta in un’altra della stessa tempra» (P. S. Cap. IV). L’ostruzionismo fiorì presso di noi al tempo del ministero Pelloux. La parola ostruzionismo proviene dalla storia parlamentare inglese; ebbe il caso più tipico al tempo in cui si discusse l’autonomia dell’Irlanda (Home rule).
Otello: dicesi per estensione antonomastica di amante o marito ridicolmente o terribilmente geloso. Così parimenti in francese. Dal noto personaggio Shakespeariano che uccise la sposa Desdemona.
O tempora, o mores: nota esclamazione enfatica ciceroniana o tempi, o costumi! cioè o tempi e costumi corrotti, divenuta di comune cognizione, ma spesso ripetuta per celia: se ne è fatta anzi dall’allegro nostro popolo persino la versione maccheronica, tempo delle more! Leggesi in più passi del grande Latino: Cat. I, 1-2; Pro rege Deiot. IX. 31; In Verrem II, 45,.
ôte-toi de là que je m’y mette: motto fr. di Saint-Simon: a noi inutile, avendo il consimile in nostra lingua:
E tutto si riduce, a parer mio,
(Come disse un poeta di Mugello)
A dire: Esci di lì, ci vo’ star io.
Giusti (Sonetto).
Tuttavia il modo francese ricorre, come ad es. «tale è la politica parlamentare in Italia, politica da corridoio, politica da anticamera, che si riassume nella vecchia sentenza: ôte-toi de là que je m’y mette, e si risolve in ultima analisi in un enorme sciupio di tempo, di tutto il tempo disponibile». Convengo nella cosa, ma non si poteva dire in italiano?
Otite: da [testo greco], [testo greco] = orecchio: nome dato a tutte le infiammazioni acute e croniche dell’orecchio. Da questa radice greca ot derivano le molte voci della scienza medica che trattano delle malattie e delle cure dell’orecchio, come otorrea = scolo dall’orecchio, otoscopia = esame dell’orecchio, otalgia = dolore all’orecchio, etc., come meglio può leggersi in un dizionario medico.
Oto-rino-laringoiatra: voce della scienza medica, certo non bella: vale medico delle orecchie, del naso, della laringe.
Ottavino: «è un piccolo flauto le cui note corrispondono un’ottava sopra quelle del flauto propriamente detto. Noto ai classici, lo vediamo impiegato da Gluck nella sua Ifigenia in Tauride. Vi ha in do e in re bemolle.» (A. Galli, op. cit.).
Ottobrata: chiamano a Roma le scampagnate che si fanno in quel dolce mese ai vicini castelli, ove il vino nuovo brilla e scintilla.
Out: fuori: parola inglese, usata nel giuoco della palla-corda (Lawn-Tennis ^ V. questa parola) quando la palla cade fuori delle linee esterne: in italiano, fallo.
Outillage: voce francese, usata dai tecnici e dai meccanici per indicare il fornimento e il complesso delle macchine e degli utensili (outil, dal lat. utilis) necessari ad un dato lavoro. Così è del pari usato il verbo outiller = montare, fornire, guarnire.
Outsider: ingl. = esterno. Voce del gergo delle corse. Così è chiamato quel cavallo che non gode opinione di probabilità di vittoria. Se vince, è un ignoto che diventa illustre in un attimo. Molti book-makers in tali occasioni scappano. La parola è pure in francese. Outsider: cheval que l’on considère comme n’ayant pas de chance de gagner la course.
Ouverture: apertura, voce francese che secondo i musici non può essere sostituita da sinfonia, preludio, introdauzione. ’L’ouverture è una composizione strumentale, preposta al dramma e che riassume il carattere dell’opera. G. B. Lulli, riformatore musicale, lo Scarlatti e, più determinatamente, il Rameau nella sua Naïs, costituirono nella sua forma moderna la ouverture. | Ouverture: in francese vale anche confessione, confidenza, proposta relativa ad un affare, nè tale senso ci è ignoto.