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O: per ho, V. Avere ed Essere.
Obbligante: per gentile, cortese, è antico gallicismo (obligeant), che ha esempi sino dal 600. Vero è che oggi mi pare alquanto fuori dell’uso. Del pari i puristi riprendono il verbo obbligare nel senso morale di astringere con benefici. Obbligare (lat. ob e ligare = legare) vale propriamente imporre obbligo, costringere, onde nel senso morale bisognerebbe dire almeno obbligare a sè. (Rigutini).
Obbligare: V. Obbligante.
Obesità: V. Polisarcia: le due voci si equivalgono, se non che questa è più della scienza medica, quella del comune linguaggio: lat. obesus. Trattasi sempre di una viziosa disposizione del tessuto adiposo, cagione di molti disturbi, della quale cosa è mal fatto congratularsi come fanno gli stolti.
Obice: nei giornali che danno notizie della guerra che si combatte (1904) tra il Giappone e la Russia, accade sovente di leggere obice nel senso di bomba, proiettile. In un periodico trovo questa noterella, cosa veramente preziosa, non per sè, ma per il fatto che si osi disputare dottrinalmente di parole in difesa dell’italianità senza tema di parere o da poco o angusto di mente. Riporto lo scritto: «Barbarismo giornalistico. Accade spesse volte di leggere, fra le notizie della guerra, che la tal corazzata, giapponese p. es., ha lanciato su di un incrociatore russo tanti obici, che questi obici scoppiarono, ecc. ed ancora giorni fa sul Corriere della Sera si lesse che un soldato d’artiglieria, in Francia, veduto in terra un obice privo di miccia, ne accese la polvere con un zolfanello, ecc. Questa parola obice, usata in questo senso, è il più madornale sproposito che si possa scrivere, e che farà sorridere tutti i militari, d’artiglieria specialmente, ammenochè, con molta maggior ragione, non li faccia piangere sul barbarismo invadente della lingua giornalistica, prodotta in massima parte da sola pigrizia di aprire un dizionario qualunque. Obice, in italiano, non significa già un proiettile, bomba o granata, come significherebbe in francese la parola obus, di cui è la negligente e pedestre traduzione, ma bensì è il nome di quel cannone (che credo ora disusato) che lanciava le bombe o granate, e che in francese si chiama obusier. Ne viene da ciò che uno scrittore francese, non militare, che dovesse tradurre in francese le notizie su rammentate, dovrebbe, in base al dizionario, scrivere che, nella tale e tale altra battaglia, furono lanciati tanti obusiers, cioè tanti cannoni; notizia che farebbe certamente trasecolare quanti l’avessero a leggere, dato che lo scrittore avesse il medesimo coraggio degli italiani nello scriverla. Dovrebbe dunque rimanere in mente a tutti che obus si traduce per bomba., e che al contrario obice corrisponde non già a obus, ma ad obusier, che è un pezzo d’artiglieria, e non un projettile». Oimè! a questi barbarismi siamo così abituati da non avvedercene più! Quanto ad obice, poi, pensi il lettore alla frase volgare e di gergo, oh, che obice! in sostituzione