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Num | — 337 — | Nut |
Numerizzare: neol. per numerare. Questo verbo frequentissimo si è formato abusivamente e inutilmente, almeno a me pare, per effetto del suffisso izzare. Avvertasi che in francese non c’è numériser, ma numéroter.
Numero: fr. numéro (voce tolta dall’italiano), è parola usata francesemente per indicare qualità egregia | le parti di uno spettacolo di varietà. Come avvertimento ortografico, i numeri componenti una data o una cifra, non si dividono. (V. Divisione delle parole). Tuttavia mi sembra un errore evitato dal semplice buon senso. V. Fanfani ed Arlia, op. cit., Supplemento.
Numero cento (il): il cesso, così detto negli alberghi dal 100 che sovra è scritto per evitare la parola determinata: fr. le numéro cent.
Numero Deus impare gaudet: il Dio si allieta del numero dispari (Verg. Ecloga VIII, 75), allusione alle antiche opinioni su le proprietà mistiche e simboliche dei numeri, per cui 1, 3, 9, avevano speciale valore di bene.
Numero unico: giornale che si publica in determinate circostanze e per una sola volta.
Numero uno!: vale bellissimo, eccellente, egregio, cioè che non ha secondo. Lo nota il Tommaseo nel suo Dizionario come «modo basso». Anche in fr. numéro un = de premier ordre; forma, credo, parallela. L’esempio del Petrarca:
Vergine saggia, o del bel numer’una,
delle beati vergini prudenti,
anzi la prima e più cara lampa,
non ha che vedere con la locuzione assoluta numero uno.
Numquam est fidelis cum potente societas: l’alleanza con un potente (e prepotonte) non mai è sicura. Sentenza di Fedro, promessa alla favola V del libro I., ove narra di alcuni umili ed imbelli animali che strinsero patto col leone, ma cacciata una bella preda, quegli tutta per sè la si tolse, per queste ragioni, cioè che egli si chiamava leone, e poi perchè era il più forte. V. Nominor quoniam leo.
Nunc dimitte servum tuum: ora licenzia il tuo servo, cioè ora, o Signore, fammi morire (accomiatami dalla vita) che muoio lieto per aver visto il Messia. Così il vecchio Simeone. Questo motto della chiesa ripetesì più spesso in senso profano.
Nun te ne incaricà: V. Non te ne incaricà.
Nuovi tormenti e nuovi tormentati: noto verso dell’Inferno dantesco (VI, 4), divenuto popolare.
Nurago, pl. nuraghi e nuraghe: con voce sarda: è nome di certe speciali costruzioni in forma solitamente di cono tronco, in grande numero sparse per la Sardegna: architettura primitiva di stile ciclopico, del cui ufficio non v’è fra gli archeologi concorde sicurezza. Probabilmente, tombe. «L’isola bella dei nuraghi», perifrasi del Carducci (Mosche cocchiere) per dir la Sardegna.
Nurse: voce inglese (contrazione di nurice = nutrice) che significa nutrice, cioè governante, e dicesi della donna che bada i bimbi, e anche infermiera. Nursery, una stanza della casa, lasciata per libertà e giuoco dei bambini.
Nursery: V. Nurse.
Nutrimentum spiritus: nutrimento dello spirito, motto che Federico il Grande di Prussia fece apporre alla Biblioteca reale di Berlino (1780), il quale ricorda l’altro motto Medicina animi ([testo greco]) che secondo Diodoro Siculo stava sull’ingresso della biblioteca del re Osimandia in Egitto.
A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. | 22 |