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xxxiv Alfredo Panzini

mitata? etc.». E rispondono: «Perchè non abbiamo unitá di linguaggio!». «Perchè — chiedeva quella lavandaia — i miei panni non mi riescono mai puliti? Perchè non ho ancora trovata la pietra dove sbatterli bene».



Ed ecco letterati ed artisti d’accordo con quelli che io chiamerei i nuovi pedanti, cioè i seguaci della così detta scuola manzoniana che elaborano il tipo unico dell’italiano. Gente egregia, che ha grande autorità nelle scuole e fuori delle scuole, ma che è presa dalla fissazione di stuccare, lucidare questa ribelle lingua italiana, che la vuole pareggiare questa rigogliosa lingua italiana! fanno come uno scrupoloso giardiniere che si sia fisso in testa di cimare e far geometrica una gran selva: ecco s’affanna, s’adopra; ma da una parte cresce, dall’altra manca, e pota, e taglia, e riduci! oimè, ecco da un mantello fatto un berretto; da una bella fíumana un ruscello!

Questo paragone è offensivo: ma siccome non passione, non malo animo, ma semplice amore di verità muovono il pensiero, così dico liberamente. Da troppo tempo sacrifico l’utile alla verità per emendarmi ora; ed in ciò ebbi un grande Maestro.



Non creda, il lettore benevolo che a questo punto io voglia entrare in quell’inestricabile ed antico ginepraio che è la questione della lingua italiana. Sono questioni che non si risolvono, non perchè siano irresolubili, ma per la pervicacia delle menti.

Ecco tuttavia qualche parola in brevità di sintesi:

Per quali ragioni e per quale procedimento questi due termini, cioè il più perfetto esemplare dei dialetti italici, che è il toscano, ed il prodotto dei vari dialetti italici — raffinato, purgato, emendato su quell’esemplare — si venissero accostando sempre più, e ciò sin dopo l’esempio dei tre sommi Trecentisti, e per tale fusione si formasse quella che si chiamò lingua italiana o anche toscana, è cosa spiegata in ogni buon manuale letterario.

Sottile e bellissima questione letteraria sarebbe poi lo studiare in quali modi e proporzioni il toscano influì sui dialetti, e se non vi influì