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Mod | — 317 — | Mom |
Modista: neol. dal fr. modiste, voce sancita dall’uso ancorchè non assolutamente necessaria, avendo l’italiano la voce crestaia, da cresta, gala. «Modista, spiega il Petrocchi, lo stesso che crestaia, ma questa ha più dell’ordinario e spregiativo». Così forse a Firenze, o per effetto della voce «moda» che denota finitezza e scienza della cosa, o perchè la voce francese ha, come di solito, senso nobile per noi.
Modulo: con tale nome indicano i tecnici ed i meccanici un numero od una grandezza di riferimento per determinare altri numeri od altre grandezze simili.
Modus est omnibus rebus: v’è misura in tutte le cose. Plauto, Poenul I. 229.
Modus vivendi: lat. modo di vivere, accordo e concessione reciproca, pur di vivere in pace, fra parti contendenti ed opposte. Modus vivendi è pure termine diplomatico per indicare il complesso delle condizioni secondo le quali due o più Stati determinano i loro reciproci rapporti con cui intendono vivere, agire, negoziare.
Mofetta: fenomeno vulcanico consistente nell’emanazione di acido carbonico, e che segna la fine delle eruzioni. (Grotta del cane). Cfr. Mefìte.
Mògano: Vedi Acagiù.
Moire: stoffa marezzata di seta o di lana, così manufatta sotto l’azione dei cilindri da ricevere un certo splendore o lividore ad onde o chiazze di vago e cangiante effetto. Oggi più specialmente intendesi di stoffe di seta, e le prime fabbriche furono in Francia, (Lione, Nimes, Tours).
Moka: forma fr. più comune dell’italiana moca: usasi per indicare il caffè che viene dalla Moka, cittá dell’Arabia, ed è fra le specie più reputate, quando avviene di trovarne in commercio. E forse per la stessa acuta ragione che lucus deriva a non lucendo, che i caffettieri gridano moka! alle loro bevande appunto per l’assenza completa del prezioso aroma. Moka per caffè è pure voce del gergo francese.
Molazza: apparecchio di macinazione (e talora di miscela) con una o due molo ad asse orizzontalo, rotolanti sur un piatto pure orizzontale, (per macinare terra, pula di riso, ecc.) Voce comune in Lombardia (dal lat. mola = macina).
Molera: chiamano i milanesi (e credo tutti i lombardi) le pietre arenarie.
Moletta: voce dialettale e familiare dell’alta Italia per arrotino (dal lat. mola = mola, macina).
Molla, molla!: (V. Mollare) classico grido delle nostre folle, caratteristicamente usato per impedire agli agenti della forza publica di trarre in arresto: si contrapone all’altro non meno tipico grido dialettale ciappa ciappa (acchiappa) che urlasi, specie contro ladruncoli, borsaiuoli. Molla! voce di comando marinaresco.
Mollare: allentare, lasciare: voce speciale del linguaggio marinaresco; mollar le vele = scioglierne i gerli e spiegarle; mollar gli ormeggi = scioglierli a terra e ricuperarli a bordo quando la nave si disormeggia per salpare; mollar le scotte = allascarle quando si poggia o si molla in poppa: mollare in poppa = poggiare fino ad avere il vento in poppa.
Molletton: voce francese: mou (latino mollis = molle): stoffa di lana o di cotone anche di seta, pelosa da una o da ambo i lati, dolce e calda: se ne fanno coperte, camiciuole, sottovesti; serve per imbottire e coprire. Più usato è il color bianco. Milanese, mollettòn.
Moloch: voce fenicia = Re, Signore. Deità mostruosa e feroce di forma umana con testa taurina, adorata, un tempo, in Oriente (Fenici, Cartaginesi) e onorata di vittime umane. In tutte le letterature il nome di Moloch è simbolo di ogni costume istituzione disumana e violenta, che domanda sacrificio di bene.
Moltiplica: voce ripresa da’ puristi in vece di moltiplicazione. Questa abbreviazione notasi anche in altre parole come bonifica, qualifica, modifica, notifica, etc.
Momento psicologico: si dice per momento opportuno, favorevole per fare alcuna cosa. Il motto è riferito come di origine francese e in tale caso avrebbe rapporto storico con l’assedio di Parigi del 1871. Per bombardare Parigi con isperanza di pronta rosa, attondevasi il momento psicologico in cui la città, divisa dal