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Mez — 312 — Mic

il modo di dire a mezzo invece di per mezzo Es. a mezzo stampa. Che dire poi della scrittura a 1/2?

Mezzo: quando è messo dopo altro numerale, resta o dovrebbe restare invariato. Es. sono le tre e mezzo, cinque lire e mezzo.

Mica: (lat. mica, bricciola) è particella rafforzativa e riempitiva, non negazione in sè solamente (come quidem in latino). Perciò è idiotismo lombardo usare mica senza negazione. Es. io so mica. Tanto però è l’uso di questo mica (minga e mia) che fanno i lombardi che, nell’ opinione erronea essere l’italiano molto diverso dal loro dialetto, quasi altra favella, non pochi indotti temono di usare mica anche dove è bene usata: es. io non so mica. Del resto mica è forma letteraria antica, viva in altri dialetti nostri, veneto, romagnolo.

Mica male: per discreto, abbastanza bello, buono, è locuzione milanese che non esce dal linguaggio familiare. Cfr. per ciò che di elementi gallici ha il dialetto lombardo, il fr. pas mal.

Micca: e diminutivo micchetta, nel dialetto milanese significa pane, panino: deriva dal latino mica., bricciola, pizzico, mica panis (Lo Zaccaria, op. cit. propone un’etimologia tedesca: in fr. miche = pagnotta). Micca è parola usata anche in Romagna, e dicesi mecca = il pane di farina gialla. Le affinità nei vari dialetti italici ci si mostra sempre maggiore come più ci addentriamo negli studi di essi. Appare, per così dire, unica la radice di piante che sopra il suolo stanno divise e lontane.

Micidiale: (da omicidiale) antica parola nostra che con forza di sostantivo (omicida) fu usata fin dal Boccaccio: «non volere divenire micidiale di chi mai non t’offese», Decameron, Giornata II, novella IX). Questa antica voce rivive oggidì, specie nel linguaggio degli antropologi, per significare coloro i quali recano le stimate degenerative del sanguinario.

Micro: vale piccolo, gr. [testo greco], ed entra come prima parte in composizione di moltissime parole, neologiche la più parte, del linguaggio scientifico, per esprimere il concetto di piccolezza, contrapposto a quello di grandezza, che suole esprimersi con macro ([testo greco]) o con mega, ([testo greco]) grande.

Micròbio: pl. micròbi, devesi ritenere miglior lezione di mìcrobo, almeno per ragione etimologica (da [testo greco] = piccolo a *** = vita, cioè animali di piccola vita). Probabilmente la forma mìcrobo micròbo ci derivò dal fr. microbe. Il Petrocchi ne dà una spiegazione che si può benevolmente chiamare ingenua: «animaletti microscopici scoperti dal prof. Pacini nei corpi dei colerosi», e quelli che non sono nei corpi dei colerosi? Microbio è nome generico come l’altra parola microrganismo, e comprende, oltre ai bacteri, altre specie, come gli infusori, le muffe, gli agenti della fermentazione, etc. (V. protisti, bacteri e bacilli). Questa parola microbio è diventata popolare ed è usata anche in senso traslato.

Microcefalo: termine medico da [testo greco] = piccolo e [testo greco] = testa. Sviluppo del cranio e del cervello, inferiore al normale. Si accompagna di solito all’idiotismo ed al cretinismo. Anche questa parola della scienza è entrata nell’uso ed abuso del parlare comune e vale stupido, cretino etc.

Micrococco: nome dato a bacilli e bacteri in forma di grani, da [testo greco] = piccolo, e coccus = grano o bacca.

Microfarad: (gr. letteralmente piccolo farad) Nome di capacità elettrostatica: equivale ad un milionesimo di farad: viene comunemente usato come unità di misura per esprimere la capacità dei condensatori elettrici e delle condutture elettriche, quali sono i campi telegrafici subacquei, le linee telegrafiche e telefoniche aeree e sotterranee etc.

Micromania: neologismo foggiato analogicamente di megalomania: dal greco [testo greco] = piccolo e [testo greco] = tendenza dello spirito a pensare e sentire bassamente di sè: vi si annette sempre un significato morboso e anormale. È l’opposto dell’abusato vocabolo megalomanìa, cioè il sentire esageratamente di sè, onde i due nomi megalòmane e micròmane.

Microrganismo: neol. scientifico dal gr., piccolo essere organizzato. V. Microbio.