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delle persone di mezza coltura o che vanno per la maggiore. Ménagerie è da ménage = recinto o chiuso per gli animali nelle campagne, poi nel significato di serraglio per belve e strani animali.
Menare a bere: colui che mena a bere, specie in rapporto alle bestie che vivono a torme, è più esperto degli altri, onde così si dice familiarmente di persona che la sa più lunga, ha più astuzie, lacciuoli, esperienza, quindi trae altri ove vuole e con sua utilità.
Menare il can per l’aia: locuzione nostra familiare, tirarla alla lunga con scopo determinato, specie per guadagnar tempo.
Menare uno per il naso: condurre altri docilmente e stupidamente, far fare ad altri ciò che si vuole; e spesso vi è inclusa la idea del male operare. Locuzione familiare, tolta probabilmente dal modo con cui si guidano i buoi per le froge col mordacchio.
Meneghino: è pei milanesi ciò che è Stenterello pe’ Toscani, Pantalone pe’ Veneziani, etc., maschera arguta e di molto buon senso, ancor che semplice e villereccia. Sembra provenire da una sincope di Domeneghin, (Domenico), o secondo altri da Domenega, ossia servo della domenica. Questa seconda spiegazione sembra più conforme al vero: solevano le dame avere un servo pel dì della domenica perchè le accompagnasse alla chiesa, tenesse il libro, etc. «Una satirica descrizione del Meneghin, considerato come servitore della domenica, ci ha lasciato Guido Ferrari nel vol. VI, p. 240 e 241 delle sue opere impresse in Milano nel 1791» (Cherubini). Come aggiunto di dialetto, oppure da solo, meneghino è sinonimo di milanese. Parlar meneghino, cioè parlar milanese volgare. Dirla in buon meneghino, dirla chiara.
Meneghino (dialetto): è propriamente il linguaggio forte e storico dei sobborghi e del volgo milanese, linguaggio dalla tradizione letteraria antica e gloriosa, ultimi il Tanzi, il Balestrieri, il Porta: distinguesi dal dialetto milanese odierno, parlato dalle classi medie, in quanto questo è raggentilito e più facile ad essere inteso.
Meneur: nel senso di personne qui est à la tête d’une intrigue, d’un mouvement populaire, qui le dirige, etc., è voce francese, usata per vizio, che talora si incontra, specie nel linguaggio dei giornali.
Meningite: V. Dura madre.
Meno: è riprovato dai puristi e dai grammatici nelle seguenti locuzioni: 1) A meno che in vece di eccetto che. 2) Meno per eccetto, fuor che, es. tutti meno io. 3) Quanto meno per almeno. 4) Meno con senso negativo per no, usato in proposizioni disgiuntive: avvertimi se questa cosa si può fare o meno. 5) Nella locuzione: non posso fare a meno di, etc. più schietto: non posso fare che (Rigutini). Quanto al più schietto, sostituirei più classico e puro. Certo fuor dell’uso corrente.
Menopausa: da [testo greco] = mese e [testo greco] = cessazione: termine medico che significa il cessare de’ mestrui in sui cinquant’anni. Menopausa artificiale si dice quando avviene in seguito ad operazione, asportazione dell’utero o castrazione bilaterale.
Mens sana in corpore sano: sentenza latina, fin troppo nota, anzi frase fatta: è un emistichio di Giovenale (Satira X. 356): orandum est, ut sit mens sana in corpore sano, conviene pregare che sia la mente sana nel corpo sano.
Mentalità: stato intellettuale. Nuovo astratto, dal fr. mentalité.
Mentolo: (C10 H19 OH): canfora di menta: è la parte concreta (steraoptene) che si separa per raffreddamento dall’olio essenziale di menta peperita. Si usa in profumeria e specie in medicina per sali odorosi, pastiglie, etc.
Mentore: nel mito di Odisseo, Mentore è l’amico dell’errante re di Itaca, precettore di Telemaco. Fénélon nel suo Telemaco imagina che Minerva accompagni il giovanetto sotto le spoglie di Mentore. Dicesi Mentore in fr. e in it. di guida saggia e paterna, di consigliere fidato: spesso in senso ironico. Da [testo greco] = ardimento, animo, volontà.
Menu: notissima voce, con cui si indica la serie dei piatti e la qualità loro negli alberghi, e ne’ pranzi: si scrive in eleganti cartoncini, posti avanti ai convitati in mezzo alla tavola. Lista è la