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Loc | — 282 — | Log |
forse poco chiara al publico, ne fecero la traduzione con la parola serrata.
Loco citato: lat. nel luogo citato.
Locomobile: (fr. locomobile). Il Lessico del Fanfani spiega: «addimandano la macchina che mossa dal vapore corre sulle strade ferrate». Questa è la locomotiva. La locomobile è una macchina a vapore fissa quando lavora; invece la locomotiva muovesi quando lavora.
Locomotiva: «(fr. locomotive). Così per locomobile come per locomotiva il popolo dice macchina. Ma ambedue le voci sono oramai necessarie al linguaggio degli scienziati, i quali non potrebbero contentarsi di quel termine generico» (Rigutini). Lo credo anch’io!
Loculo: lat. loculus = cassa, urna mortuaria.
Locum: nome di dolce, comunissimo in Turchia: consiste di una speciale crema candita, di media consistenza, dolcissima: v’è di color rosso e bianco.
Locus minoris resistentiae: locuzione e sentenza antica del linguaggio medico: «il luogo (dell’organismo) di minor resistenza (cioè già indebolito e colpito) è quello dove le infermità più facilmente si palesano». Si dice anche estensivamente di fenomeni morali, economici, politici.
Locus regit actum: termine latino giuridico, usato specialmente in diritto commerciale: vuol dire che le formalità di un atto devono seguire le leggi del luogo dove esso è stipulato.
Loden: vecchia voce tedesca che significa una specie di pannilano con ispeciale preparazione in modo da essere impermeabile. Comune nel Tirolo, è venuto oggi di gran voga fra noi ed è molto usato per difesa dalle intemperie. Può ricordare l’orbaccio de’ Sardi.
Lodo: m. da lode: antica ed ottima voce tuttora in uso. V. Arbitraggio. Il lodo è la sentenza degli arbitri nel linguaggio legale, ed ha valore di sentenza appena sia dichiarata esecutiva dal magistrato.
Loffio: mencio, cascante, da poco. Voce presso che spenta nella lingua dell’uso, viva nel dialetto milanese (loffi) e nel veneziano (slofio). Voce di origine germanica, venutaci forse coll’invasione longobarda. Antico tedesco slaf = allentato, pigro.
Logismografìa: metodo speciale di registrazione in partita doppia, trovato dall’italiano Cerboni (Brevi elementi di logismografìa).
Loggia: assemblea, riunione di franco-muratori. Il luogo ove detta assemblea si tiene. In questo particolare senso, ora accolto dalla Crusca, la parola ci venne dall’inglese lodge (V. Massone) benchè, come etimologia, loggia sia — almeno è la più probabile opinione — di origine tedesca (laubia = laube = pergolato, frascato). «Quello che i Liberi Muratori chiamano loggia, essi (i Carbonari) baracca chiamavano» Botta, Stor. Ital. 4. 252, e tale è appunto il senso massonica di lodge.
Logistica: sost. fem., chiamasi nel linguaggio dell’arte militare quella parte della strategia che riguarda l’approvigionamento, l’accampamento, le sussistenze, i trasporti — prevede e provvede insomma al ben essere e a tutti i necessari bisogni delle grandi masse di milizia in campo: parte importantissima in cui spesso sta il segreto della vittoria. Questo neologisma ci proviene dal francese logistique (da [testo greco] = calcolatore). I nostri diz. non registrano che il senso di tale parola nelle matematiche.
Logomachia: leggesi in S. Paolo (Epistola prima a Timoteo, VI. 4) [testo greco]. Disputa, questione sull’uso e valore di parole e frasi: termine teologico e filosofico. Comunemente oggi dicesi per questione, diatriba vana e sofistica.
Logorrea: ([testo greco] = discorso e [testo greco] = scorro) flusso di parole, bisogno infrenabile di parlare che provano talora certi alienati. Dicesi talora di chi pur non essendo demente, manca del buon freno della ragione e dell’intelligenza e lascia quasi sfuggirsi le parole in interminabili ed insulsi discorsi.
Logos: gr. [testo greco] = discorso, racconto, ragione, nozione, definizione etc., magnifica parola che già nella lingua ellenica — genitrice del pensiero — indicava le molteplici manifestazioni dell’intelligenza