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xxx | Alfredo Panzini |
guaggio unico «umanitario», credo che oltre a deformare il linguaggio natio, favoriremo il prevalere del linguaggio di alcun popolo più ampiamente dominatore e diffuso pel vasto mondo; questo popolo impone le sue parole, non riceve le altrui.
C’è poi un numero anche maggiore di persone alle quali questo fluire di voci straniere, e coniarne a capriccio, e torcere il senso alle antiche, e non ammettere alcuna legge nell’arte dello scrivere, sembra un riflesso di quel moto intellettuale che tutto indaga, infrange, abbatte, apre tabernacoli, smuove cardini venerandi. E richiamando un’imagine materiale, la società presente può ricordare un’immane opera di demolizione: gente col piccone, invasa dalla febbre della distruzione. Io in verità come osservatore molto solitario, trovo questo spettacolo interessante, e come artista mi dolgo di qualche dolce memoria, di qualche elegante opera degli uomini che la moderna furia demolitrice non risparmia, ma spezza barbaricamente e accumula con le macerie. Ma quanto al resto, per questa distruzione della antica Gerusalemme non mi sento di piangere. È la città del Sole che si vuole edificare? Ebbene, anch’io domando un piccone demolitore. Ma, oimè! I nuovi edifici che vanno sorgendo, hanno sugli antichi tutt’al più il vantaggio del nuovo intonaco; ai vecchi tabernacoli se ne sostituiscono dei nuovi; le vecchie esecrate catene, il ferraccio dei vecchi odiati chiavistelli è rifuso ancora e si fabbricano catene moderne e chiavistelli nuovamente perfezionati. Insomma il materiale delle nuove costruzioni è lo stesso: l’impasto umano è immutabile. Da noi in Italia il gridare è assordante, l’impeto demolitore è stupendo, ma quando si viene al fatto, quando si tratta di metter le radici al sole ad un bosco maligno che aduggia le nuove piante, allora si nota che ognuno su questo imprecato bosco ha la sua ipoteca che esso serve come diritto di asilo, di ricovero ai malfattori, che offre gli stecchi morti alla povera gente; che è......? il bosco rimane. Inoltre come la materia si svolge per organi soggetti ad immutabili leggi, così la parola si evolve per logica. Può essere un piacere anche questo di andare contro la logica, ma si corre il rischio di non intenderci più. E poi si badi: fare i riottosi, i faziosi, gli insubordinati, è molto facile: essere veramente ribelli è cosa altrettanto difficile come eroica. A dispetto delle apparenze, rimane nell’uomo la sua essenza servile. Soltanto la divina eroica sapienza è tribunale competente a dichiarare l’uomo, non più servo, ma libero veramente. Moltiplicate leggi, istituti, fate pure operazioni radicali sul corpo sociale, il male si rinnoverà sempre. Occorre l’asepsi, oltre che in medicina, anche