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ornava la tunica portata dai senatori al tempo di Roma antica (Impero). Rivive questa parola talora nel linguaggio giornalistico per indicare la dignità e la nomina a senatore.

Latifundia Italiani perdidère: i latifondi (grandi possessi agricoli) rovinarono l’Italia, nota e, per allusione al presente, ripetuta sentenza di Plinio: rovinarono, sì per l’accentramento del capitale in mano di pochi, come per il prevalere degli schiavi in vece dei liberi agricoltori; onde ne conseguì che alla coltura intensiva si sostituisse quella estensiva ed a pascolo come più facile e più rimunerativa alla grande proprietà, con danno però dell’intera nazione. Inutilmente contro i latifondi insorsero le leggi dei Gracchi.

Latin sangue gentile: stupenda e melodiosa associazione di tre parole in cui è un grande vero storico e filosofico, e se avrai in mente il verso seguente:

Sgombra da te queste gravose some,

Cioè la soggezione morale degli stranieri, apparirà improntata di non so quale profetica tristezza. Leggesi, come è noto, nella canzone del Petrarca a’ grandi di Italia, e si avverta di dare a gentile il senso antico e che tuttora usa il popolo di nobile (generosus, ingenuus). Latin sangue gentile è però settenario esclamativo così abusato da potersi considerare altresì come frase fatta.

Latitanza: (dal latino latère = nascondersi) l’imputato di un delitto che si nasconde alle ricerche della giustizia è detto latitante: il fatto del nascondersi, latitanza.

Latitudine: parola del linguaggio fisico e geografico (lat. latitudinem), usata nel linguaggio giudiziario in vece di estensione. Es. la latitudine della pena. Latitudine usasi anche in altri sensi traslati che hanno manifestamente provenienza francese.

Latte alla crème: locuzione milanese per indicare un bodino o dolco di crema, e coniata con l’idea di avvicinarsi ad un probabile modo francese: vero è che in francese si dice: œfs au lait, œufs à la crème, crème à la vanille, crème au chocolat. etc.

Latte di gallina: rosso di uovo con latte, brodo o acqua zuccherata: in fr. lait de poule.

Lattivendolo: invece del toscano lattaio, non piace ad alcuni puristi, e così dicasi di fruttivendolo, pollivendolo, erbivendolo in vece di fruttaiuolo, pollaiuolo, erbaiuolo; ma sono sottigliezze e lievi differenze da regione a regione, delle quali se uno dovesse tener conto sarebbe costretto ad osservare il più pitagorico fra i silenzi.

Lattone o latta: «colpo dato sul cappello a mano aperta». Così il Petrocchi. Ma questa è voce che non credo esca di Toscana!

Lattoniere: per stagnino è riprovato dal Fanfani e manca nei dizionari. Ma accettata come è la parola latta (dal tedesco latte) in vece di ferro bianco, mi pare che convenga accogliere anche il nome che ne deriva. Certo che si vengono ad avere così due voci uguali, la qual cosa non è sempre un pregio per un linguaggio.

Lattosio: lo zucchero che è contenuto nel latte.

Lauda o laude o loda: nome di componimento poetico in lode de’ Santi e specialmente di Maria Vergine, comune e popolare nel finire dell’Evo Medio e nel Cinquecento nostro. La scuola estetica odierna si compiace di rinnovare questa voce nella sua forma più speciosa di lauda.

Lauda post finem: lat. loda dopo la fine, cioè attendi a lodare quando tu abbia conosciuto l’esito dell’impresa.

Laudari a laudato viro: lat. esser lodato da uomo lodato è — si intende — pura e vera lode. Leggesi in Cicerone (ad Famil. V. 12. 7).

Laudator temporis acti: così Orazio, nell’Epistola ai Fisoni, tratteggiando le varie età dell’uomo e cogliendo il lato tipico di ciascuna, definisce con stupendo senso psicologico e fisiologico il vecchio per lodatore del tempo passato. Tale definizione ha valore tuttora di modo di dire, quasi brontolone, misoneista. Il passo oraziano si completa aggiungendo a laudator temporis acti lo due parole se puero = (quand’egli era fanciullo, quindi aspro e av-