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peruomo, individuo cioè che conscio del suo ingegno straordinario si permette il lusso di una morale per conto suo, diversa da quella dei poveri diavoli.

Intelligenti pauca: locuzione latina a chi può intendere (occorrono) poche parole. Spesso dicesi con intenzione di minaccia o di avvertimento.

Intendami chi può, ch’i m’intend’io: locuzione comune. Leggesi nella Canzone del Petrarca: Mai non vo’ più cantar com’io soleva, e nell’Orlando Furioso XLIII, 5.

Intendente: il magistrato che sopraintende alla amministrazione delle finanze in una provincia. La parola ci venne con le amministrazioni piemontesi imposte con non intendente uguaglianza a tutte le regioni d’Italia, ed è voce in tale senso francese, intendente dove, secondo i puristi, avrebbesi dovuto dire soprintendente, giacchè non si dice intendere ma soprintendere ad una cosa. Vano ragionamento contro il fatto e l’uso. Intendente e Intendenza sono accolti in tal senso dalla Crusca.

Intendenza V. Intendente.

Intensificare: per rendere intenso, rafforzare è neol. tolto dal neol. francese intensifier.

In tenui labor, at tenuis non gloria: si cita di solito il primo emistichio: anche un umile lavoro costa fatica (Verg. Georg. IV, 6).

Intenzionato: che ha intenzione, per i puristi è il fr. intentionnè: onde le locuzioni bene o male intenzionato. Voce dell’uso, specie negli uffici, ma non elegante, sì che raro si incontra nell’uso letterario nè del popolo. È accolta dalla Crusca.

Interdicere acqua et igni: locuzione latina viva sino ai dì nostri, che letteralmente vuol dire interdire ad alcuno l’acqua e il fuoco, cioè esiliare, bandire, considerare come fuori del consorzio civile.

Interessato: chiamasi volgarmente colui che ha un interesse qualsiasi in un’impresa, compagnia, fabbrica o spedizione, o in qualsivoglia altro affare, a meno che non si tratti di società per azioni nel qual caso chiamasi azionista.

Interesse, interessante, interessare: sono fuor di dubbio voci derivate da assai tempo dal francese intérèt, intéressant, intéresser; ma sono così usate e pronte che è vano condannarle non che discuterle. È, del resto, il solito caso di una voce unica e pronta che rende non dirò inutili, ma toglie vita e moto a molti, belli ed espressivi sinonimi nostri: piacevole, commovente, attraente, gentile, grazioso, amabile, importante, piacente, melanconico, etc., ed a gran numero di locuzioni. Interessante per importante pare al Rigutini voce «insopportabile» e «insopportabile eufemismo» in istato interessante, detto di donna incinta.

Interfecto: latinismo (interfectus) del gergo forense invece di ucciso.

Interferenza: dal lat. inter e ferre = portare, e non da ferire: è voce del linguaggio dei fisici (fr. interférence, ted. interferenz, ingl. interference) per indicare il fenomeno per cui due onde luminose o sonore etc. possono elidersi a vicenda: produrre cioè o l’oscurità o il silenzio. Il vocabolo è usato per analogia ad indicare lo scambievole distruggersi in un processo fisiologico o psicologico.

Interferire: il prodursi dell’interferenza.

Interim: avverbio latino che significa frattanto. Dicesi, sostantivando, interim l’incarico provvisorio di reggere alcuni uffici, specialmente trattandosi di alti uffici politici. Dall’uso francese dato ad interim.

Interìno: da interim (V. questa parola) si sono da noi foggiate le seguenti voci interino o interinale, interinato e interinalmente, detto di chi regge provvisoriamente un ufficio, ma più speciale è l’uso trattandosi di medici che reggono una condotta nell’assenza del titolare. Voci riprese dai puristi; accolte dalla Crusca.

Internare: nel senso di chiudere, rinserrare, come ad es. internare uno in un manicomio, è neologismo formato sull’uso del verbo fr. interner = enfermer.

Internazionale (diritto): complesso di consuetudini comunemente osservate dai Governi civili nei reciproci rapporti, sì dei Governi fra di loro come de’ loro sudditi. Tale fu presso i Romani il jus fetiale che stabiliva, certe norme da osservarsi