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delogato di P. S. per gl’incombenti di legge». Lo accoglie il Melzi in tal senso come forma noologica, Certo è assai brutta.
Incombenzare: voce nuova da incombenza, non solo registrata ma «il popolo toscano la ripete tutti i giorni» dice il Rigutini difendendola. Alla sua volta il Tommaseo, registrando il verbo, annota: «Il popolo proprio non lo dice: ma la gente che vuol parer saputa. È parola pesante». La Crusca non la nota. Mi par da vero pesante, anche se di uso toscano.
Income-tax: locuzione inglese che significa tassa sul reddito, cioè un tanto per sterlina su le rendite, emolumenti, profitti, etc., però quando il reddito superi una certa somma. Income-tax è anche nei diz. francesi.
Incompatibilità di carattere: più spesso che di uomini, si dice di uomo e donna, e specialmente quando uomo e donna sono avvinti dal vincolo coniugale: sia la diversa natura maschile e femminile, sia diversità di educazione, abito morale, intelligenza; sia effetto dell’essere astretti alla medesima catena per tutta la vita che rende più acerbi gli animi ed ulceranti le piaghe, il vero è che questa incompatibilità di carattere, questa impossibilità del convivere insieme realmente sussiste e spesso, cosa notevole, in uomo e donna che, singolarmente presi, sono buoni e da bene. | Incompatibilità, per ostacolo, impedimento, etc., è voce ripresa dai puristi.
Incompetente: V. Incompetenza.
Incompetenza: giuridicamente si dice di un giudice che non ha, per giurisdizione, o territorio, o valore della causa potere di riconoscere una contestazione. Talora dicesi incompetente per non dire incapace, ignorante.
Incompreso o genio incompreso: più che nel senso proprio, cioè di intelligenza nobile ed alta la quale o non è intesa dal publico, o non vi trova corrispondenza, o per sua infelicità o difetto non sa mettere in comunicazione l’anima sua con l’anima delle moltitudini, si dice por i scherno di chi molto presume, di sè, ma non dà saggio del suo valore.
In confronto: term. giuridico = contro.
Inconoscibile: ciò che non è e non può essere conosciuto perchè trascende l’umana natura. Vale come agnosticismo, cioè la teoria di quei filosofi (Kant, Spencer) i quali ammettono esservi al di là del fenomeno e del relativo, un assoluto il quale è di tal natura che non si lascia intaccare dal sapere e dalla logica umana. Vero è che per il positivista questa realtà assoluta considerata come inconoscibile, è cosa indifferente nè forma parte necessaria del suo sistema.
Incontinenza: nel linguaggio medico indica emissione involontaria di materia fecale o di urina: dal latino in negativo e continère.
In corpore vili: e compiutamente: faciamus experimentum in anima (o corpore vili), facciamo la prova in corpo o in anima di uomo vile, cioè che niun conto è che muoia. Così la leggenda fa parlare i modici al letto di M. Antonio Mureto, umanista del ’500, il quale fuggiasco e male in arnese, non era sospettato nè si credea che potesse intendere il linguaggio della scienza. A cui Mureto rispose: «Chiami tu vile l’anima per cui non disdegnò G. Cristo di morire?» Altri altramente racconta. Comunque, il motto oggi si ripete, o sul serio o più spesso per facezia, quando si accenna a cose nuove di cui si fa esperimento.
Incrociar le braccia: locuzione icastica, di probabile provenienza francese e vale rimanere inerte, non operare: locuzione che ricorre talora parlando di scioperi: indica il concorde e fermo rifiuto al lavoro da parte della mano d’opera.
Incrociatore: nave da guerra, parzialmente difesa da corazza, di grande velocità e potenza, atta a tener dovunque lunga crociera.
Incroyable: V. Moscardino.
Incubazione: dal latino in e cubare, giacere. Nel linguaggio medico indica il tempo che passa tra il momento del contagio e l’apparire dei primi sintomi di una malattia.
incubi e sùccubi: dal lat. in, sub e cubare = dormire: secondo la scienza mugica e le credenze popolari erano ritenuti demoni, maschi i primi, femmine i se-