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imperialism) sistema di governo imperiale, ambizione di costituire un impero. Questo neologismo è usato per indicare la tendenza di alcuni prosperosi popoli, ricchi e forti, da costituirsi in forma di impero, sì per le vaste egemonie e domini diretti, sì per l’intento di bastare a sè nè aver bisogno del concorso delle altre nazioni: questa tendenza, nel quarto d’ora che passa, è fortissima nei popoli di razza anglo-sassone e germanica. La Pace ne lagrima, gl’immortali principi dell’ ’89 ne soffrono, ma la realtà procede del suo passo logico e fatale.
Impetiggine: dal latino impetere = attaccarsi: dermatite caratterizzata dalla formazione di pustule onde geme materia che si concreta in croste giallastre. È autoinoculabile e dovuta all’inoculazione di microbi generatori speciali della suppurazione (streptococchi, stafilococchi).
Impianto: così chiamano i tecnici ed i meccanici un insieme di macchine organicamente disposte e concorrenti ad un dato scopo tecnico.
Impiegato: per ufficiale spiace ad alcuni severi puristi perchè loro ricorda il fr. employé. Giustamente osserva il Rigutini esser più facile levar di mezzo la cosa che la parola. Voce accolta dalla Crusca.
Impiegomania: neologismo del linguaggio familiare o detto talora in senso faceto per indicare la generale tendenza odierna di procacciarsi la vita diventando ordigni delle grandi macchine burocratiche piuttosto che liberamente svolgere le proprie forze.
Impiparsi: verbo usato nel linguaggio familiare e plebeo: vale infischiarsene, ridersi di checchessia. «Faccia di me ne impipo!» Voce usata specialmente nei dialetti dell’Alta Italia; non ignota per altro al dialetto toscano.
Impolitezza: per scortesia, sgarbo, francese impolitesse, è notato dai puristi con giusto orrore. Ma si usa? Oggi non mi pare. Trattasi, io credo, di uno dei non pochi barbarismi effimeri: si trapiantano, ma non metton radici.
Impolitico: esteso oltre al senso della politica, nel senso cioè di imprudente spiace ai puristi, perchè forse tale estensione è tolta dal francese.
Imponente: per grande, maestoso, formidabile etc., ricorda ai puristi l’uso della parola fr. imposant. V. Imposant, e perciò la riprendono. Dicono infatti i francesi: figure imposante; cérémonie imposante; forces imposantes etc. e così noi. Come ognuno vede, imponente è parola italiana, ma l’uso che se ne fa è straniero. Solito caso!
Imporre: usato da solo in modo assoluto, es. uomo che impone, aspetto che impone, spiace ai puristi. È in fatti modo francese, e così ne scrive l’Académie: absol. imposer, inspirer du respect. Se non che cotesto imposer non indica solo rispetto ma suggestione, timidezza e simili, anzi molte volte il rispetto non c’entra come in questo esempio tolto dal Voltaire ove Cesare parla di Bruto. Sa fermeté m’impose, et je l’excuse même de condamner en moi l’autorité suprème. Così pure è usatissima la forma riflessiva imporsi che vuol dire non tanto sopraffare o predominare quanto rendersi necessario, autorevole e autoritario più per audacia ed arte che per giusto valore. Come abolire condannare tali voci? Questioni che si impongono per, necessarie, urgenti, è locuzione ripresa, ma, buona o cattiva che sia, essa si impone nell’uso, ed anche i ben parlanti non saprebbero farne a meno.
Importanza: nella locuzione annettere importanza spiace ai puristi ricordando l’annexer o attacher importance de’ francesi. In buon italiano dare importanza. V’è però fra i due modi alcuna lieve differenza di senso.
Importo: per costo, valuta di una data cosa è ripreso dai puristi come derivazione abusiva del verbo importare. Lo accoglie la Crusca con esempio del Guadagnoli.
Impossibilitare ed impossibilitato: sono voci di Crusca con esemi»i fin del ’600: Segneri, Magalotti, Muratori, Botta: non scrittori artisti, a mio vedere. Sia pur dunque parola buona, certo è greve, e sa di uffici; tanto più evitata da buoni scrittori in quanto soccorrono altre voci e modi più facili o snelli.
Impossible n’est pas un mot français: