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Gui | — 220 — | Gyp |
secolo XVI insorsero fieramente contro il dominio spagnuolo, gloriandosi del titolo spregiativo, dato loro dai superbi conquistatori. Gueux è voce fr. di malcerta etimologia e storia. Cfr. Scheler e Littré.
Guidone: term. mar., bandiera a triangolo equilatero od isoscele, usata come distintivo e come segnale nei navigli.
Guigne: voce del gergo parigino, e significa déveine, mauvaise chance. In italiano non mancano parole come disdetta, iettatura, arlia, nel dialetto, ed altre ancora. Ebbene no, anche guigne! Es. «Questa si chiama davvero guigne della peggior qualità!»
Guindolo: per arcolaio è parola ristretta all’uso toscano benchè sia registrata nei lessici, tanto è vero che il Pascoli sente bisogno di dichiararla in nota delle sue rime (Canti di Castelvecchio) «tra le parolette che mal s’intendono». Ora guindolo è altresì voce dell’alta Emilia e Lombarda. Così anta per imposta è voce lombarda e toscana; e vi sarebbe da spigolare!
Guipure: merletto di pregio, senza fondo, lavorato pazientemente con l’ago e filo di refe o di seta seguendo un disegno stabilito su di una grossa tela, le cui varie parti sono congiunte da cordoncini, detti passi. Questa parola deriva dal verbo guiper, termine tecnico di simile industria, che vuol dire frangiare ed è vocabolo di origine germanica. Assomiglia il guipure ad un merletto fatto sul tombolo co’ fusetti.
Guitto: voce del gergo teatrale: indica un attore comico di infimo ordine e di vita misera e randagia. Guitto è antica nostra voce e vale sordido, abbietto, sporco. Voce di mal sicura etimologia. Cfr. Zambaldi, op. cit.
Gulasch: nome di un piatto nazionale ungherese, entrato specie nella nostra cucina d’albergo, e consiste in una sorte di umido, fatto di spezzatino di bue, fortemente drogato e condito di peperoni e cipolle, e vuol essere rinfrescata con molta birra. Deriva da gulyasch che in ungherase vuol dire pastore, quindi carne preparata al modo dei pastori di quelle regioni (Puszta).
Gulf stream: così inglesemente talora è denominata la nota corrente del Golfo (del Messico) che quasi fiumana oceanica, da quel golfo partendosi, si volge tepida, benefica, costante alle terre settentrionali d’America e d’Europa. Aggiungendo all’abuso della voce inglese l’errore, alcuni dicono: «la corrente del gulf stream».
Gutta cavat lapidem: la goccia scava la pietra, così Ovidio (Epist. ex Ponto IV. 10. 5), ma è supponibile che il motto fosse anteriore nell’uso. E il Poeta prosegue: «l’anello si consuma con l’uso, e l’adunco vomere si assottiglia con l’attrito della terra». Per questa come per altre sentenze classiche, il popolo nell’evo medio, fece delle aggiunte o varianti, o traduzioni maccheroniche e ridicole: a questa aggiunse: non vi, sed saepe cadendo = non con la forza ma col cadere frequente. Nel Candelaio del nostro Giordano Bruno, III, 6, leggesi: Gutta cavat lapidem, non bis sed saepe cadendo, Sic homo fit sapiens, bis non sed saepe legendo.
Gymkana: parola di formazione angloindiana, da qualche anno venuta ed usata in Italia. È una specie di «corsa cotillon», fatta all’aperto o in un ippodromo, con tutto il concorso dell’ippica e dell’equitazione nonchè di una grande destrezza nell’eseguire speciali e bizzarri giuochi.
Gypsy: è miglior grafia inglese che gipsy = zingaro. La parola è corruzione di Egyptian, egiziano, per la supposizione che questo popolo errante nelle terre occidentali d’Europa fosse originario d’Egitto, mentre è di origine indiana. Cfr. gitano. (Zingaro, bohemien, Zigeuner).