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Gil | — 208 — | Gio |
miglianza con l’istrumento. V. lo Scheler. Vocabolo a ragione ripreso come abusivo dai puristi.
Gilet: voce francese di dubbia origine: la più probabile è da Gille (Aegidius), personaggio comico del teatro popolare francese, che portava una veste senza maniche come appunto la sottoveste. Altri spiega da un Gille, nome del primo fabbricatore, ma è poco probabile. Benchè talora si trovi scritto sottoveste, tuttavia gilet è la parola prevalente nell’uso, scritta anche gilé. Il vocabolo panciotto sembra poco elegante e però non è molto usato. In tedesco tale voce francese è poco comune, per nulla anzi comune nella Germania settentrionale in cui dicesi weste. NB. Nel contado di Cesena dicesi corpetto: documento fra gli altri come nella insita forza del popolo stia molto della salvezza della favella natia.
Gin: gìneprina, liquore inglese estratto dalle bacche del ginepro, onde il nome. La parola gin è notata nei diz. francesi.
Ginecologìa: (neol., dal greco ghinè, ghinaikòs = donna e il solito suffisso logia = trattato) quella parte della scienza medica che studia specialmente le funzioni dogli organi muliebri e le loro malattie. Ginecòlogo, il medico specialista di tali malattie.
Ginnoto: gymnotus, anguilla elettrica dell’America, come nei nostri mari la torpedine, lat. torpedinem = che dà torpore, con la sua scossa, onde i nomi ai terribili ordigni esplodenti del mare.
Giocare a scarica barile: palleggiarsi le responsabilità per opportunità di quieto vivere, difetto di carattere e di coraggio insieme. Forte e caustica locuzione familiare, tolta dal giuoco dei fanciulli che, molti sul dosso e intrecciando le braccia, si sollevano a vicenda.
Giocattolo: dal fr. jouet. «È voce non toscana per balocco», così il Tommaseo. «Pure è penetrata anche fra noi, parendo ai venditori di quei gingilli che abbia miglior suono e maggior importanza la voce francese», così il Rigutini. Comunque sia della sua origine, è parola dell’uso della lingua comune, salvo al popolo di adoperare care voci proprie: umile forza conservatrice del linguaggio!
Giochetto: diminutivo di giuoco, vale con speciale uso e senso come imbroglio, frode fatta con arte come un giuoco di prestigio. Es. Si ripetè il solito giochetto.
Giogatico: nei dizionari è spiegato «mercede al contadino che co’ propri buoi ara il terreno altrui». Ora in Romagna secondo il sistema colonico della mezzadria, giogatico è il tributo in natura (sacchi o staia di grano) che il mezzadro paga al padrone giacchè questi somministra il capitale del bestiame onde se ne avvantaggia per metà il colono. (Le agitazioni agrarie del 1002 negavano questo antico diritto consuetudinario).
Gioppìno: (Giopì) maschera e burattino bergamasco, con tre gozzi: tipo del villico di quel contado.
Giornalaio: neologismo fiorentino che ha preso piede anche altrove per indicare il venditore dei giornali e distinguerlo da giornalista, scrittore di giornale. Dicesi anche strillone, dallo strillare o gridare che si fa del giornale. Voce notata senza esempio dalla Nuova Crusca; ommessa dal Petrocchi, Rigutini, etc.
Giornalismo: neol. italiano, tolto alla sua volta dal neologismo francese journalisme: indica la professione del giornalista e per l’influsso de’ giornali su la publica opinione, il complesso de’ giornali e delle opinioni de’ giornali e simili. Talora, come avvenne per molti nomi col suffisso in ismo, vi si annette idea di eccesso e di soverchiante. Parola che è inutile nè meno discutere, benchè non tutti i diz. moderni la registrino. Non parliamo poi di giornalista (fr. journaliste) che è «necessario accettare per colui che suole scrivere ne’ giornali», così il Rigutini. La Nuova Crusca non accoglie giornalismo, mentre accetta giornalista, perchè poi...?
Giorno (essere a, mettere a): per essere informato, essere al fatto, informare: tenersi al giorno di una cosa, per stare o tenersi al corrente, sono locuzioni francesi penetrate da tempo nell’uso e riprovate dai puristi.
Giostra: antica voce usata neol. per indicare quel noto sollazzo da fiera, che