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anche oggi degni della più grande considerazione. Gargantua par derivato dal vocabolo provenzale gargante = gozzo, e non dalla lepidezza con cui il padre di Gargantua salutò il figlio, vedendogli spalancar la bocca: Que grand tu as!

Gargotta: V. Gargote.

Gargote: voce francese: bettola, osteria d’infima specie: leggesi tradotta anche in gargotta. Voce di incerta etimologia. V. Zambaldi, op. cit.; Scheler, op. cit.

Garibaldino: glorioso nome storico dato al soldato volontario di Garibaldi.

Garni: V. Hôtel garni.

Garrotta: dallo spagnuolo garrote: supplizio legale usato tuttora in Ispagna per dar morte, strangolando senza sospensione. Consiste in un anello cui il carnefice con vite manovella chiude, troncando il collo intromesso del paziente. La parola è registrata anche nei diz. francesi: garrotte.

Gas: o gaz come è scritto in francese: ogni fluido aeriforme che rimane tale alla pressione e alla temperatura ordinaria, ha tale nome. Voce universale, creata verso il ’600 da van Helmont, chimico olandese, e che pare formata dalla voce geest = spirito, tedesco geist. Secondo lo Scheler meglio dal verbo gäschen, = schiumare, fermentare. La forma gasse, non è molto dell’uso se non in Toscana. Sarebbe desiderabile che delle due grafie gaz e gas questa fosse preferita, sì per ragione di etimologia, come per effetto dei composti, in cui prevale l’s.

Gas-povero: neol.; è un gas così detto povero perchè ha un piccolo potere calorifero (ossia sviluppa poche calorie nella sua combustione). Si adopera con i motori a gas per sviluppo di forza. Si ritrae dal carbone nei gasogeni, quale prodotto di combustione incompleta.

Gasthaus: in tedesco significa albergo e locanda, ma vi si annette l’idea di luogo di minor importanza e più alla buona che non sia l’hôtel.

Gastro-enterite: voce medica, dal gr. gastèr = ventre ed ènteron = intestino. Infiammazione della mucosa intestinale.

Gastro entero stomia: (γαστῄρ, ἔντερον = ventre, στόμα = bocca) operazione chirurgica che consiste nel mettere in comunicazione lo stomaco con un’ansa intestinale.

Gateau: italianizzato talvolta in gatò, mentre vi risponde la parola dolce: voce generica per indicare dolci di pasta frolla, di lievito o di pasta sfogliata, ma di una certa dimensione e che prendono nomi speciali secondo le regioni e gli ingredienti di cui sono fatti. Questa parola francese in alcune nostre regioni è assai familiare.

Gatò: V. Gateau.

Gattinàra: vino del Piemonte (Novara). Nella categoria dei vini di lusso occupa uno dei migliori posti. Rosso granato, brillante, di lunga durata. Invecchiando, prende un color rosso ranciato ed un profumo suo particolare. Domanda quattro anni di età circa.

Gatta ci cova! locuzione nostra familiare e scherzosa che vale c’è sotto qualche inganno, frode, malizia, e dicesi quando non si nutre sospetto in qualche operazione o questione, «giacchè quando» il gatto è lì in agguato, che par che faccia la cova, macchina certo a qualche sorcio pezzo di lardo le insidie sue» Pico Luri da Vassano op. cit. Se questo fosse un libro di curiosità delle parole, sarebbe piacevole il raccogliere le molte locuzioni e comparazioni che dal nome gatto si sono formate: Innamorata come una gatta, per dire innamorata cotta, e in milanese ves pesg d’ona gatta soriana, esser donna facile a innamorarsi; attaccar lite col gatto, detto di chi porta graffiature sul volto; essere svelto o nuotare come un gatto di piombo, esser tardo, non saper nuotare; andare a comperare il lardo dal gatto, aver che fare con uomo taccagno; i figli dei gatti raspano, squisita frase popolare per significare la forza dell’ereditarietà; prendersi una gatta da pelare, assumersi impegni fastidiosi con poca probabilità di riuscita; non c’è un gatto, non c’è nessuno; esser quattro gatti, per dire essere in pochi, ma in senso faceto di sprezzo; in milanese v’è la curiosa locuzione, vessegh su el gatt, esservi il gatto sopra, per dire che una cosa non si può fare, etc., senza notare i notissimi modi come essere amici come cani e gatti; non vender la gatta nel sacco, etc.