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Fon — 190 — Foo

Edison ad un suo istrumento che riceve l’impronta di una serie di suoni musicali o di voci o rumori, e può riprodurli. Il fonografo ha creato una nuova industria per cantanti e fabbricatori e forma la delizia del publico, che molto si diletta nel sentire riprodotte meccanicamente arie e motivi noti, per nulla offeso da quel non so che di nasale che è anche nei migliori apparecchi.

Fontina: (Piemonte, Novalesa) qualità di formaggio dolce, in grandi forme.

Foot-ball: noi adoperiamo comunemente questa denominazione inglese per indicare un antichissimo giuoco italiano che si chiamava Giuoco del Calcio. Pietro di Lorenzo Bini nel 1687 publicò in Firenze un trattato dal titolo, Memorie del Calcio fiorentino. Era giuoco usatissimo e nobilissimo. Ho inoltre trovato nell’Ambrosiana un Codice, C. 35 Sup. del sec. XV, così intitolato: «Qui comincia la palla al calcio di Giovanni Frescobaldi, e i primi versi sono:

                    Volendo seguitare il mio disegno
               quasi ismarrito avea la fantasia
               e la memoria e l’intelletto e lo ingegno.

Durante la Signoria de’ Medici furono giocati dei Calci riccamente preparati, ed è fra tutti rimasto celebre quello del 19 Aprile 1584 allorchè venne in Firenze il Principe Gonzaga di Mantova con la sua consorte Donna Eleonora di Toscana. Fra i più illustri calcianti si ricordano: Lorenzo duca d’Urbino, Alessandro duca di Firenze, Cosimo I granduca di Toscana, Lorenzo e Francesco figli del granduca Ferdinando I, Enrico principe di Condè, Giulio de’ Medici, che fu poi Clemente XII, Alessandro de’ Medici, che fu Leone XI, e Maffeo Barberini, che fu Urbano VIII. Come questo giuoco italiano — di cui gli entusiasti ammiratori potrebbero cercare le origini più remote sino in Omero ove si rappresenta la reginella Nausicae che giuoca alla palla presso la riva del mare — sia venuto obliandosi presso di noi, dall’America sia passato in Inghilterra, di qui in Europa, dove col Tennis (Pallacorda) gareggia di popolarità, non è qui il caso di ricordare. Qui ricorderemo soltanto come nella patria del Calcio e della Pallacorda si giochino ambedue i detti giuochi con denominazioni inglesi ed i maestri insegnino in inglese, e i vecchi nomi italiani siano obliati. Dicono gli intenditori che il nuovo foot-ball non corrisponde all’antico e perciò i nuovi nomi hanno giusta ragione di essere. Distinguono il rugby e l’association, due modi di giocare ai calcio, questo più costumato e civile, l’altro fiero e violento nella gara di vietare l’accesso al pallone. Misurasi il campo a yards, i giocatori si chiamano foot-ballers, la prima fila dicesi dei forwards, goal la porta per cui gli uni sforzansi di far passare la palla, gli altri di respingerla. Le pene sono dette penality, il guardiano della porta è detto gool-keeper, il giudice del campo referer, il calcio è pronunciato kick, gli alfieri sono detti forwards, bar l’asta trasversale della porta, full-backs i difensori della porta o terzini e così via. Pensando che questi giuochi geniali di gagliardia sono giocati da giovani e i giovani sono per la più parte scolari, non sarebbe consigliabile che ad evitare cotesto abuso di voci straniere intervenisse l’autorevole voce di un ministro della P. I V.......? Ma via, non diciamo ingenuità fuor di luogo e notiamo senz’altra chiosa il fatto. I Francesi oltre che con la voce inglese, lo denominano con voce propria, ballon au pied. Per chi ama le povere contraddizioni umane, ecco un bel saggio: un giornale, dalla immensa diffusione, stampa: «Scesero prima in campo le prime squadre del Milan Club e del Genoa Club, ottenendo punti pari. Scendono quindi in campo le due seconde squadre, e vincono i milanesi con tre goals contro uno. Questo giuoco va facendosi sempre più diffuso a Milano, così da diventar persino popolare, malgrado si voglia mantenere un nome barbaramente esotico, ad onta della sua origine prettamente e schiettamente italiana». NB. Pochi giornali superano questo per copia di voci straniere.

Foot-baller: giocatore al Calcio. V. Foot-ball.

Foot-fault: fallo di piede, così si dice nel giuoco della Pallacorda (V. Tennis) quando il battitore non sta con i piedi