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Fol — 189 — Fon

la folie, specie in unione col verbo amare. Boccaccio, Nov. II, g. VI: «Senza misura della reina s’innamorò». Volendo conservare materialmente la locuzione, più corretto sarebbe: sino alla follia.

Follia morale: V. Pazzia morale.

Folpo: così, mercè contrazione e corruzione popolare, a Venezia e su le rive occidentali dell’Adriatico, chiamansi i polipi, specie di pesci (celenterati attinozoi) dal corpo a sacco e con tentacoli; che, cotti, acquistavano un color rosso perso: cibo popolare, rozzo e saporito.

Foncé: part. del verbo francese foncer, dal latino fundus = fondo: è usatissimo come aggettivo de’ colori, in luogo delle voci nostre, scuro, cupo.

Fondamenta: fem. pl., nome dato da antico, tuttora rimasto a quelle vie di Venezia che corrono lungo un canale.

Fondant: così sono chiamati alla francese certi notissimi dolci assai fini, di composizione simile ai confetti, se non che le sostanze che li compongono sono molli e la loro proprietà consiste nello sciogliersi da se, fondendosi (da ciò il nome) al calore della bocca.

Fondeur: fonditore, ma nelle officine è spesso dell’uso la voce francese.

Fondiaria: V. Fondo.

Fondi di capanne: nel linguaggio degli archeologi così si chiamano certe cavità nel terreno, sparse di carboni spenti, selci lavorate, ossami ed altri avanzi di antichissima umana industria: vennero riconosciuti come fondi o pavimenti di rozze capanne edificate dall’uomo nelle antichissime età. Così li nominò G. Chierici di Reggio Emilia; e i francesi facendo nelle loro terre la stessa scoperta usarono la, stessa frase: fond de cahane.

Fondi segreti: le sommo stanziate nei bilanci dello Stato per quei servizi che non debbono nè possono essere di publica ragione; chè, se così fosse, sarebbero nulli. La voce acquistò cattivo senso per il mal uso che ne fecero i ministri (compera di coscienze, di stampa, elezioni, sussidi agli amici, etc). V. Fondo dei rettili.

Fondo: più spesso al plurale per valori, assegnamento, stanziamento, etc., è vocabolo ripreso dai puristi perchè tale significato derivò dalla lingua francese. Lo stesso dicasi della locuzione Fondi publici (fr. fonds publics) per indicare tutti i valori dello Stato e specialmente i titoli che rappresentano il capitale del debito publico. Da fonds lat. fundus = podere, fondo, i francesi hanno formato l’aggettivo foncier che noi traducemmo in fondiario, onde i nuovi modi: Proprietà fondiaria, Tassa fondiaria, La Fondiaria, etc. che più italianamente si direbbe Proprietà territoriale, Tassa prediale come tuttora nobilmente dice il popolo in molte parti d’Italia.

Fondo: «(fr. á fond), usasi per con impeto, vivamente, gagliardamente, profondamente, addentro, appieno, perfettamente, appuntino. Talora meglio sostituire un aggettivo, onde per carica a fondo (charge á fond) diremo carica impetuosa, viva, gagliarda; per guerra a fondo (guerre à fond), guerra accanita, sanguinosa, guerra fino allo sterminio. Volendo attenersi materialmente alla locuzione, meglio: sino al fondo». Così il sig. Allan, op. cit. Ma oramai il modo è entrato nel torrente della lingua viva.

Fondo dei rettili: locuzione creata da Bismarck in un suo discorso e usata nel gergo politico e giornalistico per indicare i fondi segreti nel loro peggior senso. Cfr. del resto la voce del gergo francese, Reptile: journaliste, payè sur les fonds du gouvernement (prussien). Il lance son venin comme la vipère.

Fondo perduto: dar danaro per una publica impresa a fondo perduto oppure acquistare o sottoscrivere azioni a fondo perduto, significa dare, acquistare o sottoscrivere senza pretesa di ricupero del capitale sborsato, o, a dir meglio, senza pretendere che chi ha ricevuto il danaro si obblighi alla restituzione del capitale.

Fondùa: specie di frittata piemontese, fatta con speciale formaggio dolce e tartufi. La parola fondua è trascrizione letterale del francese fondue (rad. fondre-latino fundere) = entremets au fromage et aux oeufs brouillés.

Fonografo: dal greco fonos = suono e grafo = scrivo, che scrive il suono, nome dato dal geniale elettricista americano