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Fob — 188 — Fol


Fobìa: dal greco fobos = spavento, terrore. Neologismo scientifico, usato più spesso in composizione di altre voci determinanti l’indole della paura, come fotofobia, claustrofobia, sitofobia, tafofobia, etc., per significare una incoercibile repulsione e terrore per qualche cosa; si sottointende sempre in questa avversione qualcosa di patologico cioè di alterazione della perfetta salute.

Focone: da fuoco, il pertugio per cui si dava fuoco nelle vecchie armi e nel cannone. Nel linguaggio marinaresco indica quella specie di focolare che è nelle barche e serve da cucina.

Foglia di carciofo: V. Politica della, etc.

Foglianti: fr. feuillants, nome storico dei componenti un circolo politico di opinioni temperate al tempo della grande rivoluzione francese, così detti perchè tenevano le loro adunanze in una abbazia di monaci cistercensi, riformati, di tale nome. Notre-Dame de Feuillans, abbazia presso Tolosa, nel 1575 casa madre dei Cistercensi; in latino Beata Maria fuliensis, fulium dieta a nemore cognomine, Littré.

Foglio di via: così è detto un documento col quale l’Autorità di Publica Sicurezza sorveglia ed indirizza per motivi d’ordine publico un individuo ad un’altra Autorità, obbligandolo a determinato itinerario. V’è anche il foglio di via di favore per chi deve rimpatriare.

Fognare: usano i grammatici, come più prezioso vocabolo, questo verbo fognare invece di elidere, intendendo delle lettere che si tralasciano talora nelle parole. La notarono come non buona parola, il Tommaseo e «puzzolente» il Fanfani. È registrata tuttavia dalla Nuova Crusca e ne’ vecchi dizionari. Fognare indica far fogne, derivare acqua. Fognare dicesi delle misure che il venditore dà piene in apparenza, ma con molto vuoto nell’interno. Es. «Quale il quartuccio le bruciate fogna» (Malmantile). Per similitudine così si disse delle lettere, ma non è certo bella voce.

Föhn: nome di vento speciale ed accidentale delle Alpi (Svizzera), spira da Sud a Nord ed è vento molesto, arido e caldo insieme: scioglie le nevi ed aumenta anormalmente la temperatura. Specie di scirocco.

Foie d’oie gras: fegato d’oca grassa, peculiarità della cucina francese che noi francesemente denominiamo, e consiste nel fegato tumefatto delle povere oche, artificialmente ingrassate. Se ne fanno manicaretti e pasticci: Pâté de foies gras.

Foiòlo: in milanese foiœu, in italiano centopelle, cioè il terzo scompartimento dello stomaco dei ruminanti. «La trippa delle bestie vaccine che si dà a’ gatti», così il Petrocchi, toscano, alla parola centopelle, e notisi che in Toscana la trippa uguaglia in onore i fagiuoli: ma come appare dalla citata definizione, si vede che sino al centopelle colà non si arriva, ma dassi a’ gatti e cani. I milanesi invece ne sono ghiottissimi, e ne fanno umidi eccellenti, onorati senza distinzioni sociali, al pari della classica busecca.

Folâtre: in fr. è diminutivo di fol, quindi pazzerello, sventato, stordito: ma folátre sembra a un certo ceto di gente termine più elegante, più gentile; sembra quasi racchiudere nello sfumato suono una specie di benevolo compatimento per la graziosa spensieratezza giovanile e signorile.

Folk-lore: parola inglese che significa erudizione, studio del popolo. Con tale voce si indica quel ramo della letteratura che tratta della peculiarità di un dato popolo: tradizioni, proverbi, leggende, poesia, usi, linguaggio, costumi, etc. o più sinteticamente, l’inventario e il confronto di quanto sopra vive nel tempo moderno dei costumi e dell’anima del tempo passato. La parola è anche in francese folkore, voce dunque universale. Essa fu coniata da W. I. Thoms (1846) da folk e lore.

Follaiuòlo: vocabolo effìmero, creato a Milano, poichè un giornalista, P. Valera, publicò un opuscoletto rosso settimanale, intitolato La Folla, il quale nel nome dice la cosa. (1900).

Follia (alla): per pazzamente, appassionatamente, ferventemente, perdutamente, senza misura, dicesi spesso, ed è versione del modo iperbolico francese á