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fu scoperto la prima volta a Valmadrera presso Lecco nel 1879. Il nome all’insetto fu dato da Planchon, philloxera vastatrix, benchè da noi, più che su le foglie, si appalesi su le radici. Per la malignità di questo insetto, dicesi talora fillossera in senso traslato per indicare persona o cosa che reca lenta e irreparabile distruzione e ruina.
Film: voce inglese che vuol dire pellicola, membrana, ed è usata nel linguaggio fotografico: serve di sopporto alla sostanza sensibile invece del vetro e della carta.
Filo e filìa: voci greche, usate in molte composizioni di voci, specialmente scientifiche (φίλος = amico, propenso, amante, ecc.).
Filo d’Arianna: guida, bussola, bandolo per trovar l’uscita o la via in questione intricata; sciogliere un intreccio astruso: dal noto filo che Arianna diede a Teseo per uscire dal Labirinto.
Filogènesi: studio della lenta evoluzione del mondo animale e vegetale sino dalle origini.
Filter-presse: con questa parola straniera è presso di noi chiamato un filtro a celle multiple nelle quali il liquido viene spremuto o aspirato. Voce usata nelle industrie chimiche. I francesi dicono filtre-presse: noi, sempre in omaggio alla libertà del dire e dello scrivere come più talenta, in ambedue i modi.
Finanza: per indicare le entrate o i redditi dello Stato è voce francese, finance, sin dal ’500 (Guicciardini, Stor., I, 13: «Preposto all’amministrazione delle entrate regie, che in Francia dicono le finanze») introdotta in Italia, e della quale nessun purista oserebbe dir male. Ma l’aggettivo finanziario è accolto invece soltanto perchè necessario: «voce non bella, ma ce n’è delle più brutte» scrive il Tommaseo, «e lo stesso dicasi del suo avverbio» aggiunge il Rigutini. Io qui aggiungerò finanziere, che dicesi tanto della guardia di finanza come di colui che è esperto nell’amministrazione delle finanze, financier = celui qui manie les deniers de l’Etat. Nel linguaggio poi dell’arte culinaria francese, dicesi à la financière, e noi ripetiamo alla finanziera, di certe salse speciali e di certi speciali processi di cucinatura delle vivande.
Finanziera (alla): V. Finanza.
Finanziere: V. Finanza.
Finca: ciascuna delle colonne o colonnine verticali ed orizzontali in cui nei publici uffici si suole dividere un foglio. Voce riprovata dai puristi, speciale dell’Alta Italia e che «pronunciata in tutto il resto della Penisola, desta le risa» (?) Rigutini.
Fin de siede: motto fortunato, fine di secolo, il quale spesso fu usato a modo di aggettivo e a cui il rapido sopraggiungere del secolo XX tolse ragione di essere. Tutto ciò che era anormale, paradossale, nuovo, audace, eccentrico, grottesco, etc. e semplicemente fuor del comune, Parigi denominò vivacemente fin de siecle, cioè speciale segno della fine di quel secolo che vide così gran mutamento e rinnovamento in tutto: una moglie, una scommessa, un viaggio, un abito, un matrimonio, un astuccio fin de siecle. Noi accogliemmo la voce e il senso con quella supina tendenza scimmiottesca che è peggiore di ogni peggior barbarismo. Il motto vuolsi far derivare dal titolo di una commedia Fin de siecle, dei sigg. Micard e De Touvenot, rappresentata al Château-d’Eau il 17 aprile 1888.
Fine fleur: il fior fiore, V. Creme. Uno dei molti modi francesi per significare il ceto elegante e mondano.
Fines herbes: questa parola francese si può trovare scritta nelle liste dei nostri alberghi in modo così sbagliato e stravagante da non conoscersi più, e così dicasi di molti altri termini culinari. Per fines herbes intendono i francesi alcune verdure, che vendonsi a mazzetti, come cipolline, porri, pimpinella etc. che si tritano e danno aroma alle vivande. Es. Omelette aux fines herbes. In un buon libro di culinaria francese trovo la seguente serie di erbe buone: ciboule, ciboulette, cive, civette, pimprenelle, roquette, estragon, cerfeuil etc: in italiano erbucce.
Finire: nella locuzione comunissima finire per, ricorda il modo equivalente francese. Italianamente dicesi: finire con. Es. Finì col cedere.