Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/225

Fie — 183 — Fil


Fiero: spesso questo aggettivo è usato alla maniera francese, fier: = content de, qui tire vanité de... Es. «io sono fiero di voi». È modo ripreso dai puristi.

Figaro: personaggio di commedia astuto, spregiudicato, intrigante, creato dal Beaumarchais nel Barbiere di Siviglia, di professione barbiere, e fatto celebre dalla musica del Rossini. Da esso si intitola uno dei più mondani ed eleganti giornali di Francia, diffusissimo anche all’estero. Dicesi anche scherzosamente figaro per barbiere, sì in Francia che presso di noi.

Figaro o Figarette: giacchettina alla spagnuola, con o senza maniche, senza bottoniera, attillata e corta sino alla vita sì che traspaiono tra esso e la gonna gli sbuffi o la cinta della camicetta. Se ne fanno di elegantissimi con rabeschi e gale e sono di gran voga. Nel volubile linguaggio della moda dicesi anche bolero.

Figlio d’arte: comico nato da comico.

Figlio della serva: locuzione milanese (el fiœu de la serva) detta anche in italiano, che vuol significare esser tenuto in nessun conto, essere immeritamente negletto e maltrattato.

Figliuol prodigo: dalla sublime parabola dell’evangelo (S. Luca, XV), è tolta questa locuzione per indicare, talvolta in maniera faceta, persona sviata (la pecorella che ritorna all’ovile).

Figurante: fr. figurant, voce riprovata essendovi la nostra equivalente, comparsa.

Figurare: nel senso di comparire è affine al francese figurer = briller, se faire remarquer par son luxe, par sa depense, etc. «Più gallica ancora, nota il Rigutini, è nel senso di esistere, essere registrato, apparire. Es. «Il mio nome non figura nella lista». Certo è che sono modi dell’uso, e penso che pur gli studiosi faticherebbero ad evitarli.

Filare: indica nel linguaggio marinaresco l’andare più o meno veloce delle navi. Es. «Filavamo dieci nodi all’ora».| Filare = lasciar scorrere piano una gòmena una catena: filar per mano. | Fila! ordine di comando marinaresco. | Filare è altresì termine volgare che significa vagheggiare, amoreggiare, quasi tesserci il filo. Il dialetto bolognese ha la parola filarino, por amoroso, vagheggino. | Filare il perfetto amore, un amore sentimentale, e si dice per celia: ricorda il modo francese: filer le parfait amour. | Filare dicesi del vino che si è guastato, cioè che fila nella maniera in che suole filar l’olio, e così pure si dice in francese. | Filare volgarmente dicesi per andarsene, fila = vattene! e deve essere modo di origine francese, filer = s’en aller, se retirer.

Filatelica nome e agg. o Filatelia: neologismo che significa un’arte ed una industria recente, dovuta alla passione, o mania che si voglia chiamare, di raccogliere in albi i francobolli, giudicare del valore e rarità loro. I francobolli sono invenzione inglese, dovuta a Sir Rowland Hill: furono usati per la prima volta in Inghilterra nel 1840. In francese v’è philatélie, philatélique, philatéliste, parole foggiate dal greco. I francobolli rarissimi raggiungono somme inverosimili. Un bollo dell’isola Mauritius, del 1847, fu venduto per L. 75000. Almeno così leggo.

Filiale: nel linguaggio commerciale le Case madri generano le Case figlie o filiali: più proprio succursale.

Filibustiere: vocabolo di formazione germanica, ma che in italiano probabilmente si formò dal francese flibustier. In inglese è freebooter, in tedesco freibeuter, composto cioè di frei = libero e beuter = che fa bottino, dunque libero corsaro, libero predatore, saccomanno: nome storico dato ad avventurieri di varie nazioni che nei secoli XVII e XVIII arditamente predavano i mari delle Indie orientali a danno della Spagna. G. Garibaldi fu onorato di questo nome nello storico anno 1860.

Filière: fr., trafila.

Filisteo: V. Philister.

Fillossera: (phylloxera) nome di un nuovo pidocchio delle radici delle viti: piccolissimo insetto come tutti gli altri pidocchi consimili, ma di esiziale effetto su la più nobile delle pianto: derivato fillosserato, filosserico, anti-filosserico. Codesto insetto è di provenienza americana e venne importato dal Laliman di Bordeaux verso il ’66, il quale introdusse molto di queste viti americane. In Italia