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Fam | — 172 — | Fan |
corno tecnomasio, orfeonica, calzaturificio, intertazionale, etc.
Famigliare: per familiare nella moderna ortografia è ritenuta forma meno buona.
Fanaticus error: pazzia, e dicesi talora della ostinata pazzia che alcuni, non essendo veri poeti, hanno di poetare: «che se l’infelice è davvero invasato dal fanaticus error dei versi, se per congenito cretinismo la sua animalità si è ostinata a quel noioso giuoco di pazienza che è l’accasellare un dato numero di parole in un dato spazio di linea...» Carducci, Levia Gravia. Fanaticus error leggesi in Orazio de Arte Poetica, 454, ove si accenna a codesta manìa del poetare, male antico come ognuno vede.
Fanatismo: V. Fanatizzare.
Fanatizzare: neologismo tolto dal francese fanatiser, che a sua volta proviene dal latino fanaticus (da fanum = tempio) «inspirato da una divinità, estatico, farnetico, spiritato, ossesso». Ora, così in queste come in molte parole, la lingua italiana non ha la forza estensiva ed iperbolica della francese, che a questa voce, oltre all’antico senso, dà anche quello di esaltare, eccitare, promuovere all’ammirazione e all’applauso inconsulto ed eccessivo. Lo stesso dicasi per la voce fanatismo che in buon italiano ha solo senso di esaltazione religiosa. La Crusca accoglie il nuovo senso di fanatico e fanatismo, non del verbo.
Fandango: aria e ballo spagnuolo a tre tempi, elegante e voluttuoso, ma meno vivace del bolero. Si balla in coppia al suono della chitarra e delle nacchere, con le quali e col tacco i danzatori si eccitano e segnano il tempo. Voce accolta nelle varie lingue.
Fané: letteralmente appassito, dal verbo faner (antico francese fener = convertire in fieno, da foenum, latino). Es. «La tal signora è un po’ fanée», invece che dire sfiorita, sbattuta, sciupata nel volto, appassita, pallida. Così mirabilmente A. Manzoni descrive la monaca di Monza: «Il suo aspetto, che poteva dimostrare venticinque anni, faceva a prima vista un’impressione di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita e direi quasi scomposta». Chi legge, sostituisca a queste parole la voce fanée e sentirà la voce straniera stridere, come caustica, distruggendo l’armonica composizione della frase, nella quale armonia consiste il segreto fascino di ogni particolare linguaggio.
Fanfaronata: V. Fanfarone.
Fanfarone: (fr. fanfaron), spaccone, smargiasso. Fanfaron in francese dicesi nel suo primo e proprio senso di chi, volendo giostrare, entrava in lizza con pifferi e trombe: radice fanfare = fanfara. Dicesi anche fanfaronata (fr. fanfaronade = rodomontade). Sono due voci tolte dal francese e comunissimo fra noi.
Fango che sale: locuzione del Carducci nel sonetto XXXIII in Rime Nuove, Dietro un ritratto:
sopra il fango che sale or non mi resta
che gittare il mio sdegno in vane carte
e dal palco mortale un dì la testa.
I quali versi hanno la lor chiosa manifesta in questa nota che il Carducci appose alla nobile polemica Per la pira del general Garibaldi: «Oh, quando gli eroi non contano nulla e li gnomi possono tutto, e la retorica caccia a pedate di periodi epilettici la epopea, e una nazione non sa altro fare che del chiasso per un giorno due, oh allora
che importa vivere,
che giova amar?»
Fanfreluche: apriamo un dizionario francese: accanto a questa parola troviamo detto che essa deriva dall’italiano fanfaluca. Eppure ecco usata la parola francese: «Quei piccoli nonnulla, quelle fanfreluches sociali che costituiscono la civetteria e la distrazione muliebre, non turbano l’attenzione, la serietà che occorrono, mettiamo, per le missioni del medico e del patrocinatore?» Questo citare voci francesi, usate, forse, per incidenza per incuria, potrà sembrare deliberato proposito; ma non è senza significato in quest’opera, come altra volta fu detto. (Fanfaluca it. è dal gr. πομφόλυξ = bolla d’aria, nel basso latino famfaluca).
Fantasia: corsa e giuoco degli Arabi e popoli d’Oriente in occasioni di gioia o