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nire, condurre a termine, sono voci degli uffici (lat. explère?) che possono aspirare al premio della goffaggine fra le consorelle del gergo.
Esploatare od esplotare: giacchè è, a mio avviso, la difficoltà nell’accogliere l’oa francese che ne allontana l’uso di tale neologismo e fa sì che pochi lo adoperino e usandolo, ne sentano il vizio: proviene dal francese exploiter. Verbo dal larghissimo significato che va dall’industria alla frode, dall’esercizio onesto allo sfruttamento illecito; comprende il paziente lavoro, il tentativo audace, la prova pericolosa: sfruttare, trar partito, smungere, sono i verbi che più vi si accostano. Derivati in francese exploitation ed exploiteur. La etimologia più probabile di questo verbo è dal latino explicitare, frequentativo di explicare = sbrogliare, sbrigare. «Peto a te, ut eius negotia explices et expedias» Cic., Fam., 13, 26. Spagn. explotar.
Esplosione: per scoppio di gioia di pianto, etc., ricorda ai puristi l’uso dell’explosion francese = manifestation brusque et violente d’un sentiment, d’une passion. L’explosion de la haine, de la colère.
Espressione geografica (detta dell’Italia): Italien, ein geographischer Begriff, famosa frase del principe di Metternich, del cui valore non è qui il caso di ragionare. La passione politica nel periodo del Risorgimento la considerò come ingiuria: oggi potrebbesi giudicare diversamente e più serenamente. In una lettera al conte Prokcsch-Osten, 19 nov. 1849, il Metternich scrive: «Io ho lasciato cadere durante la mia contesa con Lord Palmerston riguardo alle domande italiane dell’estate 1847, l’espressione che il concetto nazionale «Italia» sia geografico, e il mio detto l’Italia è un nome geografico che fece tanto stizzire Lord Palmerston, si è acquistato il diritto di cittadinanza». Per bene intendere, ricordiamo che il Metternich usò in quell’occasione tale frase anche per la Germania.
Espresso: V. Express.
Essere: neologismo dal fr. nel senso di spettare. Es. La parola è al ministro.
Essere: in vece di persona, uomo, è neologismo notato dai puristi. Es. «Giulio è un essere spregevole». Pedanterie che sciupano una causa buona e degna, quale è quella dei puristi! Essere, accennando al fatto di vivere, senza ricordar la qualità d’uomo, suona, di per sè, sprezzo. Essere, esserino, per creaturina debole o infelice, è parola pur efficace, se bene usata.
Essere a cavallo: essere al fine di una impresa riuscita a bene, trovarsi a gioco, ad agio. Locuzione popolare e metaforica tolta, manifestamente, dalla fatica del porsi bene in sella e dal vantaggio nei movimenti e nell’opera che indi se ne trae.
Essere a spasso: familiarmente, non aver lavoro, quindi oziare per necessità.
Essere a uscio e bottega: esser vicini, a due passi.
Essere al verde: essere all’estremo di danari. Questa locuzione pare che si origini dall’antico costume di tingere di verde l’estremità delle candele nelle aste pubbliche. (Essere al verde = essere al fine dell’asta).
Essere aux petits soins: (fr. étre aux petits soins auprès de) colmar di riguardi, prevenendo e servendo persona amata.
Esser di buona bocca: familiarmente, mangiar di tutto.
Essere estraneo a una cosa..., Essere all’ordine del giorno..., Essere al cor rente di..., Essere al fatto di...: sono modi così noti e comuni che non è il caso di registrare se non per dire che ai puristi dispiacciono perchè tolti dal francese. Certo non mancano modi nostri; e certo è pure che il dialetto, o meglio i dialetti, ne fanno a meno adoperando forme nazionali e ugualmente efficaci. Ma la lingua italiana dell’uso, o ufficiale, oramai non può far a meno di queste frasi.
Essere fra color che son sospesi: cioè incerti della propria sorte (Dante, Inferno, II, 52). Solito senso faceto!
Essere giù: dicesi familiarmente per essere in cattive condizioni fisiche e morali.
Essere il gallo della Checca: aggiungi che tutto vuole e tutto becca! Dicesi popolarmente di chi ottiene segnalate grazie, dalle donne in ispecie; il beniamino in genere.