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Erg — 159 — Esa


Ergastolano: inquilino abitatore dell’ergastolo. I diz. portano quest’ultima parola (del gr. ergazomai = lavoro, lat. ergástulum) non la prima, frequente nelle Ricordanze del Settembrini.

Ergo: lat. adunque.

Èrgon: e più com. erg; termine tolto dal greco èrgon = opera, e scelto nei congressi internazionali di fisica per indicare l’unità di lavoro: è il lavoro che compie una dine (V. questa parola) lungo lo spazio di un centimetro percorso nella sua direzione: esso è circa la 98 100000 parte di un kilogrammetro, ossia del lavoro che si eseguisce elevando un chilogrammo all’altezza di 1 metro.

Erigersi a: per darsi il tono, l’aria di..., Mettersi a..., Farla da..., etc., ricorda ai puristi il modo francese s’eriger = s’attribuer une auctorité, un droit, une qualité qu’on n’a pas, ou qui ne convient pas. S’eriger en savant, en critique, etc.

          Or tu chi se’, che vuoi sedere a scranna
               Per giudicar da lungi mille miglia
               Con la veduta corta d’una spanna?
                                   Dante, Par., XIX.

Ermafroditismo: V. Appendice.

Eroe: dal greco héros: nel senso antico l’eroe era l’uomo in alcun modo congiunto con gli Dei: Ercole, Teseo, etc. Nel senso moderno filosofico, chiunque operò cose meravigliose con facoltà creative, conservative, rivoluzionarie, fuori del comune: Cristo, Maometto, Dante, Garibaldi, Mazzini, etc. Oggi il vocabolo eroe è prodigato con una generosità singolare e per simiglianza di idee mi ricorda la parola cavaliere che generalmente è data a persone che sarebbero alienissime dal cavallo da cui la parola proviene. Uno che salva a nuoto un suo simile; un pompiere che spegne un incendio; un vigile che arresta un malfattore possono facilmente essere proclamati eroi. Così dicasi dell’aggettivo eroico.

Erogazione ed erogare: (lat. ex e rogare, chiedere) dare danaro a scopo determinato di publico vantaggio o beneficenza. Voce buona e registrata, ma di forte sapore curialesco e dogli uffici.

Erotòmane: V. Erotomania.

Erotomania: (gr. eros = amore e mania = pazzia) alienazione mentale cagionata da preoccupazione sessuale: derivato erotòmane.

Errata: neutro latino: = cose errate: dicesi la Tavola degli errori corsi nella stampa di un libro con la loro correzione di contro; onde la si suole anche dimandare Errata Còrrige, correggi gli errori, cosa che niuno fa. L’Errata-Còrrige, a giudizio dei periti dell’arte, non ha valore pratico, se non nei libri di prezzi correnti, cataloghi, formule, dove l’errore può essere veramente dannoso. Negli altri casi, quando non si può rifare la pagina stampata, meglio affidarsi al buon senso e alla scusa del lettore.

Errare humanum est, perseverare diabolicum: sbagliare è cosa umana, perseverar nell’errore è cosa diabolica. Adagio scolastico, formatosi in antico da varie e consimili sentenze, e proverbiale tuttora.

Error comunis facit jus: l’errore di molti costituisce una legge, sentenza giuridica e umana, vera quanto altre mai. Trovasi nella legge 3a del Digesto al titolo De supellectile legata.

Erunt duo in carne una: saranno due in una sola carne, così nelle sacre carte è spiegato il vincolo del matrimonio. Saranno...., il che indica l’idealità finale non la realtà.

Es: prefisso di alcune voci, e vuol dire sei, dal greco ἕξ (cfr. il latino sex) come in esametro, esagono, esarca, etc.

Esaltare: propriamente vuol dire sollevare in alto, lat. extollere. Cfr. il motto evangelico: «chi si esalta sarà umiliato» . Nel senso di entusiasmare, appassionare (es. «i romanzi esaltano la testa») è ripreso da alcuni puristi come gallicismo. Così dicasi di esaltato per fanatico, testa calda e di esaltazione. Ma anche qui l’uso approva tali neologismi.

Esantema: (gr. exanthein = fiorire) significa in medicina quel rossore cutaneo più o meno vivo, senza papule o vesciche, che si riscontra in gran numero di malattie.

Esauriente: part. pros. con valore di agg., dal verbo esaurire = finire, dotto sovente e spocificatamento di libro, trat-