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Disarmare: termine marinaresco. Vedi Armare.

Disarmare: per placare (letterario), calmare, vincere, rabbonire, etc. è verbo comune oramai: i puristi lo riprendono rome francesismo: désarmer., fig. = calmer, apaiser, flechir. Es. cherchex à désarmer vos ennemis plutôt qu’ à les vaincre.

Disavanzo: l’eccedenza del passivo su l’attivo in un bilancio.

Disbrigo: detto della spedizione degli affari è voce su cui i puristi non si accordano: si accorda l’uso che sancisce tale vocabolo, buono o cattivo che esso sia.

Discente: voce pedantesca, latinismo inelegante, usato talora nelle scuole per alunno, scolaro, etc.

Discentrare: (da dis dispersivo e negativo, e centro) togliere alle amministrazioni centrali dello Stato molte delle sue attribuzioni per concederle ai comuni, alle Provincie, insomma ad autorità autonome. Contrario di accentrare. E così i due nomi discentramento e accentramento.

Discorsa: termine spregiativo per indicare, in modo assai familiare, un discorso lungo ed insulso.

Discrasìa: (gr. [testo greco], negativo e krasis = temperamento) nel linguaggio medico significa cattiva costituzione dell’organismo.

Discrezionale (potere): nella nostra legge penale si dice discrezionale quel potere di cui è investito il Presidente della Corte d’Assise, in virtù del quale potere, durante il corso di un dibattimento e in tutto ciò che la legge non prescrive e non vieta sotto pena di nullità, può fare quanto egli stima utile per iscoprire la verità. Locuzione tolta dal francese pouvoir discrétionnaire.

Diseuse: la nostra lingua italiana ha la voce classica dicitore per oratore, arringatore, dicitore in rima; ma invano cercheremmo la voce femminile dicitrice: forse perchè la donna ciarla ma raramente dice? Bisogna credere che gli antichi avessero questa opinione così in contrasto con le idee femministe dell’oggi. Certo è che il vocabolo manca o non è usato, e l’unico esempio che reca il Tramater è assai poco chiaro. Per il senso in cui noi usiamo la parola francese diseuse, V. Chanteuse.

Disfare: al presente fa io disfo, e disfaccio, all’imperfetto disfaceva e non disfava e così dicasi degli altri composti di fare. Avvertimento non del tutto superfluo.

Disguido: voce comune per significare un errore di spedizione.

Disidratare: togliere completamente l’acqua allo sostanze che si vogliono essiccare: vocabolo del linguaggio de’ chimici.

Disiecti membra poetae: dicesi con speciale senso di luoghi o parti spicciolate dell’opera di un autore, e letteralmente: membra dello sparso poeta: emistichio di Orazio (Sat. I. 4, 62).

Disimpegnare: (da dis e impegno) nel senso di esercitare bene, adempiere, sostenere un ufficio è appuntato dai puristi. Suo vero senso è levare d’impegno, sciogliere, o, nella forma neutra passiva, sciogliersi da un obbligo, da un assunto. A dir vero il passaggio dall’uno all’altro senso non mi pare difficile e strano.

Disincagliare: in marina vuol dire togliere il bastimento dal luogo ove è incagliato e rimetterlo a galla.

Dislivello: usasi talora per slivello, differenza di livello.

Dislocamento: in marina significa il volume e il peso dell’acqua spostata dalla carena.

Disobbligare: verbo derivato dalle forme latino dis-ob-ligare = slegare, sciogliere dall’obbligo; il contrario di obbligare = gratificarsi uno, cattivarsene la benevolenza, etc.: quindi disobbligare = fare atto scortese, alienare da sè. Tale verbo noi togliemmo dal francese désobliger: lo stesso dicasi di disobbligante, accettato a vero dire dalla nuova Crusca nel senso di scortese, poco gentile, etc.

Disorganizzare: V". Organizzare.

Dispensario: (lat. dispensare = distribuire, fr. dispensaire) istituto, di solito di fondazione ospitaliera, ove si danno consulti modicine senza accogliore infermi.

Dispepsia: dal greco pepto o pepso = ammollire, macerare, maturare, cuocere, digerire, e dis preflsso negativo, dunque