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Dic — 134 — Dig

Con questa parola sogliono i medici significare la disposizione intima di un corpo, diversa da un individuo ad un altro, sì nello stato di malattia che di sanità. A questa disposizione venivano attribuite le malattie, come supposte di identica natura ancorchè varie per sintomi clinici e sede anatomica. Il nuovo studio su la natura infettiva e parassitaria di molte malattie ha fatto perdere a diatesi l’esteso significato.

Dichiaramento: nel gergo della camorra napoletana dichiaramento è il nome dato alla sfida a duello fra gli affigliati. Esso si eseguisce di solito a colpi di rivoltella: tirasi all’impazzata e spesso rimangono feriti o morti passanti e curiosi. — La voce è spagnuola e dopo tanto tempo da quel dominio in Napoli, si mantiene viva e uguale la parola e la cosa, tranne le modificazioni arrecate dal progresso e dalle armi. — Contro questi duelli di più persone, oltre alle attuali leggi, esistono i bandi antichi spagnuoli; ma pare che questi avessero la medesima efficacia delle gride che Don Fernandez Gonsalvo de Cordova bandiva in Lombardia verso quel torno di tempo.

Dicitore: questo bel vocabolo antico che significava parlatore, oratore elegante, e che il Petrocchi colloca fra le parole fuor dell’uso, sembrami dalle odierno tendenze estetiche e letterarie essere richiamato all’onor dell’uso.

Dlcitur: lat. si dice: usasi per rafforzare talora ironicamente un concetto di congettura e di dubbio.

Dì comodo: ovvero di favore si dice in gergo commerciale di quella firma che si appone ad una cambiale affinchè essa abbia la garanzia sufficiente per essere ammessa allo sconto, cioè commutata in danaro presso una Banca. In altri termini non rappresenta un affare, ma un favore chiesto e concesso da un terzo; di cui talvolta si usa e si abusa. Distinguonsi tre specie di cambiali, finanziarie, di affari, di comodo. Questa ultima specie di firma dicesi anche francesemente: Avallo. V. questa parola.

Dicrotismo: ([testo greco], due volte e [testo greco]. suono) termine medico che significa doppia pulsazione del polso, la quale è avvertita dalle dita in certi stati patologici.

Didimi: V. Appendice.

Diem perdidi: ho perduto un giorno. Motto attribuito in Svetonio all’imperatore romano Tito. Cosa curiosa! queste due grandi massime romane del risparmio del tempo e del rispetto alle leggi (legum servi sumus ut liberi esse possìmus) sono nate in Italia, il paese del perditempo e del disprezzo o, per essere più precisi, della noncuranza delle leggi!

Dies irae: il giorno dell'ira, cioè il giorno della vendetta, della resa dei conti, del redde rationem, e propriamente e nel primo senso, al Signore Iddio. È il principio del noto e bellissimo canto liturgico:

               Dies irae, dies illa
               solvet saeclum in favilla
               teste David cum Sibylla.

Dietro: le locuzioni dietro pagamento, dietro istanza, dietro domanda, etc., in vece di per istanza, conforme alla domanda, etc. sono riprovate dai puristi come ineleganti e curialesche. | La locuzione esser dietro a fare una cosa, invece di star facendo o attendere ad una cosa e simili, se può scusarsi nel discorso familiare, disdirebbe, certo, ad una nobile scrittura.

Dieu et mon droit: Dio e il mio diritto: motto della casa reale inglese.

Difesa personale: è quella che si oppone ad ingiusta ed inopinata aggressione, tale che il danno non possa essere ovviato se non opponendo violenza a violenza, arma ad arma. Il Codice penale dispone non esservi reato quando le ferite sono arrecate per legittima difesa.

Differenziazione: altra delle parole sesquipedali in zione: fr. differentiation.

Digestione (visita di): così familiarmente, ma non solo per celia, in Milano è detta quella visita di cortesia che si costuma fare dopo alcun invito a pranzo. Locuzione recente, che deve aver avuto origine dal motto arguto della persona che prima l’usò.

Digitale: (digitalis purpurea, L.) pianta così chiamata dalla corolla a forma di ditale. Se ne toglie uno de’ più pregevoli medicamenti, usato e noto specialmente