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Det | — 133 — | Dia |
per significare i residui di una sostanza di un corpo distrutto e ridotto in frammenti per processo di disorganizzazione o di necrobiosi, o per effetto di reazioni chimiche.
Dettagliare: V. Dettaglio.
Dettagliatamente: «non ha un esatto corrispondente in francese, ma è foggiato su en détail per minutamente, in tutti i particolari, al minuto, a ritaglio» (Allan, op. cit.).
Dettaglio: per particolare, circostanza è voce che vince nell’uso e proviene dal francese détail, così dicasi dei derivati dettagliare per circostanziare, dire minutamente, per filo e per segno.
Deus ex machina: il dio dal meccanismo. Nei teatri antichi i numi apparivano sorretti da alcun meccanismo e spesso la loro venuta valeva a sciogliere il nodo dell’azione: del qua! mezzo, troppo facile, esorta Orazio nella sua Arte Poetica di non usare. Dicesi oggi deus ex machina non solo in senso drammatico, ma per significare l’intervento di qualcuno che scioglie, decide una questione; specie intendesi di operatore occulto e potente.
Deus nobis haec otia fecit: un dio ci procurò questo riposo, così Titiro, bifolco, a Melibeo nella 1a Egloga di Vergilio, alludendo alla munificenza di Augusto imperatore.
Deveine: nei termini del giuoco significa in francese il contrario di vena, quindi disdetta. V. Guigne: Voce del gergo.
De visu: lat. di veduta e si dice di cosa vista, non sentita.
De visu et de auditu: chiamano i legali quei testimoni che riferiscono cose personalmente vedute ed udite.
Di: «se devesi scrivere come si parla, l’uso parlato non lascia mai la preposizione di innanzi al nome del mese o dell’anno. Ondo non mai si direbbe Verrò il 25 agosto ma di agosto. Pure, scrivendo, è uso oramai comunissimo il tralasciarlo per una ellissi, che credo avesse origino dai mercanti. — Si erra poi stranamente usando le preposizioni articolate del, dello, della, etc. in luogo della semplice di, quando diciamo, per es. «La tale ha delle braccia bellissime» per significare che ha braccia o le braccia bellissime: e dicendo così, si fraintende l’uso toscano che dice: «Ha di gran belle braccia». La di, usata a quel modo, è francese». Così il Rigutini, A queste sottili! osservazioni di carattere grammaticale a me piace aggiungere questa altra nota, cioè la tendenza odierna a sopprimere il segnacaso di, e questo o per amore di brevità, specie nelle scritte commerciali, o per effetto di altre lingue, o per incuria. Es. Scarpe tela vela caffè, Esposizione Milano, etc. Così il rapporto di materia che solea esprimersi col di, ad imitazione del francese, oggi si esprime con l’in e col di senza alcuna stabile norma. Es.: Scarpette in raso, Abito in seta, etc. V. In.
Diabète: (gr. diabáino = passo attraverso) voce medica generica con la quale si designano molte malattie, distinte da alcuni caratteri comuni: eccesso della sete e della fame, gran copia di urina, corrotta nella sua composizione chimica, cachessia consuntiva che conduce a lenta fine. Spesso col nome diabete si suole indicare quella forma più comune che è il diabete zuccherino.
Diaforèsi: termino medico derivato dal i greco, διαφορέω = passo attraverso, quindi traspirazione, sudore.
Diaforetico: = sudorifero. Termino medico per significare que’ medicinali o quelle cure che servono a promuovere il sudore.
Diagramma: curva rappresentativa della legge di un fenomeno fisico, meccanico, matematico.
Diapason: (fr. diapason) dal greco dià = per e pasòn = tutte (le note): indica l’estensione dei suoni che una voce o un i strumento può percorrere, dai più gravi ai più acuti. Usasi anche in senso figurato. | Diapason è detta anche quella specie di forchetta d’acciaio a due branche che, vibrando, dà il tono e serve ad accordare gli istrumenti. Italianamente corista.
Diaspis pentàgona: nomo di un insetto esiziale ai gelsi, onde intristiscono: è una specie di nuova cocciniglia, importata, pare dal Giappone (1886).
Diatesi: gr. diàthesis = costituzione.