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novero di quei gallicismi facilmente avvertiti e talvolta, per senso di pudore, evitati. Nessun dizionario l’onora di registrazione, e questa sorte che par giù cotanto, forse gli provenne dal bisticcio tra esso verbo e ragliare.

Dérapage: neol. del linguaggio degli automobilisti: dicesi quando la vettura non sente più il freno: voce derivata dal verbo déraper, termine di marina, detto dell’àncora quando non tiene e lascia andar la nave alla deriva.

Derby: Lord Derby fondò nel 1780 ad Epsom, contea di Surrey presso Londra, questa corsa famosa, che ha carattere nazionale in Inghilterra ove corresi annualmente, e di lì il nome e la cosa passò in Europa. Il nome ufficiale è: The Derby Stakes, cioè iscrizioni del Derby, le quali costituiscono il premio: corrono polledri di anni tre: la distanza è di un miglio e mezzo inglesi, m. 2400. Il defunto re Umberto I fondò il Derby italiano, col premio di L. 24,000: si corre nel maggio a Roma: iscrizione lire 800. Quanto sia importante tale corsa e quale fama possa ad es. acquistarsi un cavallo, lo prova questo dispaccio:

La morte di «Bendor»

Londra, 10 gennaio, notte.


Il cavallo «Bendor», vincitore del Derby, è morto stamane (Stefani).

NB. Molti valent’uomini si hanno a fatica un cenno biografico ne’ giornali! Aggiungi ancora, come segno dei tempi, che un cavallo vincitore del Derby, acquista un valore venale contro cui male reggono gli sperperi lussuriosi di antiche età le quali — a onor del vero — non aspiravano come la nostra a perfezione di civiltà. Tolgo dalla cronaca: «Sceptre» comperato per 625,000 lire: Ci telefonano da Parigi, 1 aprile, mattina: Telegrafano da Londra al New York Herald, edizione di Parigi, che il famoso cavallo Sceptre venne comperato dal signor Bass, il notissimo e ricchissimo fabbricante di birra inglese, per la somma di 625,000 fr. Questo prezzo di acquisto di un cavallo non venne mai sorpassato, fuorchè due volte dal duca di Westminster e dal signor Edmondo Blanc!»

Deriva: termine mar.: trasporto della nave fuor della propria rotta per effetto di opposta corrente: laddove scarròccio e scarrocciare è l’andar sottovento per effetto del vento e del mare in direzione obliqua alla chiglia.

Derma: voce medica, dal greco derma = pelle, cioè lo strato che insieme all’epidermide, forma la pelle o cute: è formato da tessuto connettivo e da fibre elastiche. Dicesi anche corion, dal gr. χόριον, cuoio. Nella scienza medica dalla voce derma derivano molte parole.

Dermatite: infiammazione o malattia della pelle, e con questa voce generica si sogliono indicare le variatissime affezioni della pelle, le quali poi prendono speciali nomi secondo i casi. Onde la voce dermatologìa per indicare quella branchia della patologia che ha per suo istudio le malattie cutanee.

Dermatologìa: V. Dermatite.

Dernier cri: l’ultimo grido, la suprema espressione, etc. Modo di dire francese, venuto sino a noi ed usato talora in ispeciali significati. Es. «La tal foggia di vestire è il dernier cri della moda».

Derno: V. In derno.

Déroute: uguale anzi ugualissimo a rotta cioè sconfitta, dal latino de-ruptus. Ma come tutte le voci francesi sembra, in un certo nostro ceto e linguaggio giornalistico, che inchiuda in sè più vivace senso. Es. «La seduta antimeridiana aperta da... con una cinquantina di deputati, segnò una nuova déroute per... etc.».

Dervis: vocabolo che significa in persiano povero. Ordine religioso, secondo la fede di Maometto. | I partigiani del Mahdi nel Sudan orientale.

Desèrre: V. Dessert.

Déshabillé: abito da casa o da camera, e dicesi solo della donna: Déshabillé de nuit, déshabillé du matin, joli déshabillé. Essere in déshabillé; locuzione francese che noi usiamo e di cui non sembra possibile far senza. Come saggio però del tempo quando la lingua italiana aveva virtù organiche più salde che ora, ricordo il Tasso nell’Aminta ove parla di Silvia: