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Prefazione xv

alla lettera N, molte di queste parole di «corrotta italianità» ha accolto, anche senza esempi di autore, ma su l’autorità dell’uso. L’autorità dell’uso, appunto; giacchè più delle ragioni di analogia, di logica, di provenienza, hanno forza e valore le radici che le parole hanno messe. Ma anche i signori compilatori della Crusca in quante contradizioni sono caduti, quante parole omesse che forse si potevano accogliere! quante accolte, che forse si dovevano omettere! Ma chi si sentirebbe di far rimprovero a quei dotti signori? La difficoltà è nella cosa in sè, e tutt’al più si potrebbe dolerci che la gravità della grande opera ufficiale tolga ai compilatori agio di confessare le tristi difficoltà in cui si dibattono, giacchè al siì può dire? o non si può dire?, questione che facilmente sarebbe risolvibile con autorità dei buoni scrittori, si oppone il si dice?, o non si dice? che trasporta la causa del vocabolo all’istanza del giudizio popolare: fenomeno minimo di quel moto fatale verso le demagogie autoritarie, che è il carattere della civiltà odierna, e che anche nelle parole e nelle dispute grammaticali pesa con la sua bilancia. Per queste parole io ho creduto bene di fare alcuna distinzione o critica, per quanto breve; e secondo i casi è detto press’a poco così: i puristi riprovano, l’uso sancisce, più o meno; la parola italiana è questa, o valida, o consunta, come moneta fuori di corso, ovvero indegnamente usurpata dall’altra voce forastiera, che con essa forma doppione (questo è il caso più frequente); la tale metafora o estensione di vocabolo è più o meno conforme alla natura della lingua italiana, etc.: ma tutto ciò, dico, con somma parsimonia, anzi molte volte restringendomi a porre accanto alla parola italiana la parola francese o inglese da cui la nostra è o mi parve generata: al criterio del lettore il giudicare.

Altra obbiezione:

«Ma voi avete reso un pessimo servizio alla lingua nazionale, registrando tutte queste barbare voci, non escluse le effimere e stravaganti!».

Rispondo: A vero dire io crederei cosa più utile e giusta rivolgere il rimprovero a chi usa queste parole, non a chi le registra. Certo, io non credevo che il numero delle voci straniere fosse tanto grande, e come il Petrarca esclamava:

che fan qui tante pellegrine spade?

così mi venne la voglia di esclamare:

che fan qui tante pellegrine voci?