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tegola: in Toscana coppo è il vaso ollare di creta, ove riponesi l’olio, che in Romagna, appunto, si dice latinamente olla.

Copricapo: questo neologismo inelegante, non registrato nei lessici, è usatissimo in vece della parola generica cappello. Deve provenire dal couvre-chef francese.

Coprire: le locuzioni coprire un ufficio, una cattedra, coprire le spese etc., invece di tenere una cattedra, rifarsi delle spese etc., sono modi correnti, riprovati dai puristi. Coprire nel linguaggio delle corse ha il senso di percorrere. Es.: furono coperti cinquanta chilometri in un’ora: dicendo percorsi, o percorsi di volo ti daresti a conoscere per inesperto di tali nobili giuochi.

Coprirsi: nel linguaggio parlamentare indica l’atto con cui il Presidente della Camera pigliando proprio cappello e insieme il cappello toglie la seduta della Camera, quando più non regge a dominare l’assemblea: cosa che in Italia avviene spesso e spesso ridevolmente. Questo neologismo del linguaggio politico ci proviene probabilmente dal francese se couvrir, mettersi il cappello o coprirsi come diciamo più di sovente. Es. Si copra.

Coque (uova á la): cioè cotte nel loro guscio, così da sorbirle. Uova da bere scrive lo Scappi, cuoco benemerito dello stomaco di sua Santità Pio V e uova da bere si dice da molti nell’uso volgare. Predominante però, specie negli alberghi, è sempre la locuzione uova à la coque, che è diventata d’uso popolare e che può spingersi anche a uova alla coca. La moglie del cuoco non ci ha però nulla a vedere col nome coque, che si riannoda invece al greco κόγχη, cfr. conchiglia, cioè guscio.

Coqueluche: parola francese, talora usata nel ceto mondano, per dire ciò che noi denominiamo tosse canina o ferina, malattia epidemica, contagiosa specie fra i bambini, che si manifesta con accessi di tosse convulsa, divisi da respirazione lunga, penosa e come a sibilo. Coqueluche deriva da coqueluchon, cappuccio con cui si coprivano gli infermi.

Coquet, coquette, coquetterie: voci francesi (radice coq = gallo) per civettuolo, galante, galanteria, non ci sono ignote. Il Fanfani, condannando la parola cochetteria, ci fa capire che tale brutto neol. è usato anche in Toscana.

Coramella: striscia di cuoio usata dai barbieri per affilare i rasoi.

Corazzata: agg. sost. detto di nave da guerra fornita di corazza. Le prime navi corazzate apparvero al tempo della guerra di Crimea, 1855, dove fecero così meravigliosa prova resistendo ai colpi dello batterie russe (17 ottobre 1855) che da quel tempo si estesero dalla marina francese a tutte le altre marine. Data da quel tempo la lotta tra il cannone e la corazza.

Corbeille: in francese vuol dire nè più nè meno che cesto, paniere e letteralmente corbello; ma tu offrendo ad una cantante o ad una ballerina de’ fiori sciolti con arte disposti entro un paniere, dirai una corbeille di fiori. Corbello sembrerebbe leziosamente toscano, Paniere avrebbe del villereccio, Cestello e cesto dello spedizioniere. È vero? Corbeille è detto anche di quel paniere soppannato di seta o raso ove si pongono i doni nuziali. Ora questa mondana garbata voce francese viene proprio direttamente dal latino corbicula, corbula, corbis [cfr. curvus]: Corbis proprie est vas e vimine, ad usus rusticos praesertim colligendorum fructuum. In altri termini è voce sorella della milanese scorba, nella quale di solito pongonsi tutt’altro che fiori. La parola italiana è rimasta Cenerentola.

Cor cordium: «cuor dei cuori» motto latino impresso sull’urna del grande poeta inglese Percy Bysshe Shelley, sepolto nel cimitero protestante di Roma.

Corda fratres = lat. cuori fratelli: nome di un’associazione di studenti, di carattere internazionale, recentemente fondata, a scopo di sussidio, materiale e morale.

Cordite: nome di nuovo esplodente inglese, analogo alla balistite. Il nome deriva dalla forma, essendo fabbricata in fili simili alle minugia.

Cordon bleu: fr., nastro azzurro largo e marezzato che cadeva sul petto in punta (en sautoir) ed a cui era attaccata la croce dell’ordine del Santo Spirito. I cavalieri di quest’ordine eran detti semplicemente