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Prefazione xiii

dalla loro morte, nascono per connubio e per gemme, da bruchi divengono farfalle, hanno percorso strano e tortuoso viaggio, son peregrine lontane ovvero fiorirono al nostro sole, ma tutte rispondono ad una filosofica legge e ad una varia necessità; hanno un loro movimento, quasi orbita di moto, una loro vita, o molte volte secolare od effimera, vita solitaria mondana; si combattono o si sorreggono insieme. E al modo medesimo che un bicchiere d’acqua appare diverso, pure essendo lo stesso, a chi ne usa per dissetarsi e a chi ne fa argomento di studio naturale, così altro appare il linguaggio per chi se ne vale, inconscio, per le necessità della vita e per chi lo indaga dottrinalmente: mutevole ed uno, al pari di ogni altro fenomeno del vivere.

Per queste ragioni io tutte accolsi queste parole con benevolenza, non come purista, ma come filosofo.

Quanto poi alle risposte a tutte quelle domande «chi siete? d’onde venite? etc.», in altri termini, quanto alle spiegazioni delle parole, il lettore troverà molte disuguaglianze, giacchè l’etimologia, la storia, la definizione variano d’ampiezza secondo che la parola mi è parsa nuova e notevole, ovvero scarsamente o malamente trattata altrove. L’etimologia l’ho messa dove mi parve necessaria e sicura, dove era difficile ed incerta, o diedi la più probabile o rimandai ad opere speciali etimologiche. Il discutere ragioni filologiche avrebbe tolto troppo spazio alla necessaria e determinata mole del lavoro, tanto più che un poco di spazio volli serbare per me, indulgendo al genio e con qualche espressione della mia anima confortando di tratto in tratto la grave fatica.

Di ciò mi si faccia pur torto, ed io ne domando venia anticipata. Ancora: molte volte la storia e la ragione della parola o del motto mi riuscì impenetrabile, e.... me la son cavata come meglio ho potato: se alcuno mi vorrà erudire, mi farà favore e già lo ringrazio.

Di due intenti mi si voglia però tener conto: l’uno di aver fatto il possibile per ispiegare chiaramente, non parafrasando il vocabolo o dando incertissima definizione, e questo a costo di sbagliare, come mi è occorso qualche volta (veda però il lettore di non farmi colpa se delle parole note non trova quella spiegazione che deve invece cercare nei dizionari comuni: non dimentichi che questo è un supplemento): l’altra è la seguente: di solito i nostri scienziati e tecnici nei loro scritti si direbbe che dimentichino come esista un dovere, oltre che verso la scienza, anche verso il patrio idioma; alla lor volta i letterati ed i grammatici hanno davanti agli occhi troppi esempi letterari, troppa favella fiorentina e toscana, troppa filologia morta: per molti di essi en-