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dagli inglesi per indicare un reparto o divisione di milizie, speciali o coloniali. Tali erano le divisioni tattiche delle eroiche genti Boere. Command: a body of troops, or any naval or military force under the command of a particolar officer.
Comme il faut: a dovere, a modo, per bene, etc. Locuzione francese antica e così comune che quasi si può dire popolare fra noi sin nella umile borghesia.
Commode per cassettone, cantarale, cantarano è voce comune. Più comune ancora e quasi esclusiva nell’uso, comò, che non è in francese.
Commodoro: voce inglese (Commodore) registrata anche nei dizionari francesi. Ufficiale di marina, che, senza essere ammiraglio, ha il comando indipendente di una squadra navale. Commodore, quasi commandeur o, secondo altri, dallo spag. comendador.
Commoner: ingl., membro della Camera dei Comuni, parlamentare diremmo noi dei nostri.
Commonwealth: ingl. res publica: specialmente intendesi il governo che durò in Inghilterra dalla morte di Carlo I, 1649, alla abdicazione di Riccardo Cromwell, 1659. Republica, federazione republicana.
Comò: dal francese commode. V. questa parola.
Compagnia della Lesina: V. La Compagnia, etc.
Compagno: nome che fra di loro si danno gli inscritti al partito socialista. Per gli avversari compagno è voce spesso usata con senso spregiativo e sarcastico. Così i carbonari, così gli inscritti alla Giovane Italia si denominavano fra di loro col nome di fratelli.
Compagnonaggio: fr. compagnonnage: associazione tra operai della stessa arte allo scopo di prestarsi sussidio e conforto.
Compendio: nel gergo forense significa risultante e dicesi in alcune locuzioni, come ad es. due anelli di compendio del furto.
Compound: {composita) voce inglese, detta specialmente di motrici a vapore a più cilindri, nei quali il vapore passa successivamente compiendovi a gradi la sua espansione totale. Si adopera anche per certe dinamo elettriche. La parola equivalente composita non è accettata dai pratici. Minor fortuna ancora ha avuto l’espressione: macchina a doppia espansione.
Complottare: fr. comploter. V. Complotto.
Complotto: e parola tolta di sana pianta dal francese complot. A noi non mancano secondo i casi le parole: trama, cospirazione, congiura, intrigo, tuttavia la la voce francese è assai dell’uso. «Sconcio gallicismo» la dice il Rigutini. È il solito caso: l’italiano ha dei sinonimi di non facile uso; il francese ha la voce unica e facile.
Compteur: così francesemente si chiama quella specie di orologio o contatore che serve a misurare il consumo del gas. In Italia (o meglio a Milano) pronunciano conteur che vuol dire novellatore.
Comptoir: voce francese, dal lat. computatorium. Indica il banco sul quale il mercante conta e custodisce il denaro ed espone la merce. Voce usata promiscuamente in vece di banco.
Compulsare: per consultare, ricercare, è il fr. compulser: voce non rara fra i nostri studiosi ed eruditi. Nel senso antico curiale di citare (dal lat. cum e pellere) è verbo registrato dalla Crusca.
Concertstück: voce tedesca del linguaggio musicale. Significa, pezzo da concerto.
Concertista: chi suona o canta da solo in un concerto. Intendesi di artista di molta perizia e che ben sa rendere i grandi autori nella loro vera espressione.
Concierge: è proprio il portinaio, voce derivata molto probabilmente da un conservius nella bassa latinità. Ma negli alberghi di gran lusso, il portinaio porta scritto sopra l’aureo gallone del berretto che gli nobilita il capo, concierge o non portinaio. Ecco: la ragione che negli alberghi si adotti la lingua più in uso per necessità di commercio, non mi soddisfa compiutamente. Ragione più vera è questa, che ricorrerà molto volte nel corso di questo lavoro, che cioè di duo voci uguali, quella straniera ha senso nobile, la nostrana senso vile. Per chi tuttavia