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Cod | — 101 — | Cok |
popoli che creano ce le danno, conformi o difformi che siano all’indole della nostra lingua. È l’antica legge del Brenne gallico. Così dicasi del verbo codificare, fr. codifier. Il Rigutini propone ridurre in codice. E chi l’usa comunemente?
Codino: dalla costumanza che aveano gli uomini prima della Rivoluzione francese di portare i capelli o la perrucca terminante in coda, così codini furono chiamati coloro che erano favorevoli alle antiche forme sociali e politiche: in senso più ampio oggi significa retrogrado, reazionario, o, piuttosto, avverso e sospettoso delle innovazioni che le democrazie introducono. Per la etimologia storica della parola, ricordo che nella terribile reazione sanfedista del 1799 in Napoli, i liberali giacobini per isfuggire all’eccidio de’ Borboni, si adattavano una coda posticcia, ed allora fra la plebe feroce ebbe voga questo ritornello:
Vuoi conoscer il Giacobino?
E tu tirali il codino.
Se la coda ti viene in mano,
Questo è vero republicano.
Codino (arrosto di): così chiamano in Lombardia quella parte della culatta del vitello, eccellente per fare arrosto, che è presso la coda (rost de covin).
Coffa: termine dialettale, comune sul litorale genovese ed altrove: è una specie di cesto di cui si servono i facchini del porto pel carico e scarico delle navi. Coffa deriva dal latino cophinus, gr. κόφινος fr. coffre, it. cofano, cioè cesto, paniere.
Coffa: ter. mar., specie di piccola piattaforma semicircolare, fissata in alto fra le congiunture dogli alberi delle navi: serve a dar quartiere alle sartie delle vele (gabbie) per comodo del marinaio che monta arriva. Nelle odierne navi da guerra serve per adattarvi artiglierie leggiere. Per l’etimologia, V. la voce precedente, essendo la stessa parola, giacchè su le antiche navi ponevasi, per vedetta e manovre, una coffa cesta su gli albori. V. Guglielmotti.
Cogito, ergo sum: penso, perciò esisto: frase fondamentale ed assiomatica del filosofo francese Renato Descartes (Cartesio) per la quale afferma l’esistenza dal fatto sicuro del pensiero. (V. Principes Philos, I, 7 e 10) Cfr. Cicerone: Vivere est cogitare (Tuscul. cap. V. § 38) Cfr. S. Agostino {Soliloquia, II, 1): «Tu che vuoi sapore chi sei, sai se tu esisti? Lo so. Da che lo deduci? Non lo so. Sai di essere semplice o molteplice? Non lo so. Sai di muoverti? Non lo so. Sai di pensare? Lo so. Adunque è cosa reale che tu pensi.»
Cognac: nomo dell’acquavite fine francese, così chiamata dalla città di Cognac.
Cognizione: nella frase prendere cognizione è linguaggio degli uffici, tolto dal francese prendre connaissance. In buona lingua informarsi, esaminare, rendersi conto.
Cognome: quanto al modo arbitrario di collocare nome e cognome, V. sotto la voce Articolo.
Cògoma, còcouma o cùccuma: termine dialettale e familiare, il primo più specialmente lombardo, il secondo della media Italia, per indicare il piccolo recipiente di rame o di latta di forma ollare, manico ad ansa nel quale scaldasi l’acqua per fare specialmente il caffè. In Toscana bricco.
Coherer: nome verbale inglese che vuol dire coerente: indica un apparecchio speciale, inventato dal Lodge. Esso è costituito da un tubetto di vetro cui fanno capo due fili, due reofori, e tra questi sono posti alcuni granuli di limatura di nichelio, d’argento o d’altro metallo difficilmente ossidabile. La limatura metallica anzidetta, nelle ordinarie sue condizioni, non lascia passare la corrente elettrica, ma appena un’onda elettrica viene ad investire la limatura, questa — come per incanto — diventa buona conduttrice della elettricità. Basta scuotere leggermente il tubetto perchè la limatura perda la sua virtùe la corrente non possa più passare. Il coherer è uno degli apparecchi di cui si vale la radiotelegrafia por ricovero dispacci. Etim., dal lat. coherere.
Coke: parola originaria inglese, d’uso poi universale: indica il carbone fossile quale risulta dalla sua distillazione, cioè dopo aver perduto le sue sostanze fluidi e gassose. Non arde che in masse com-